Tornatore: “La Sicilia che è in me”

di Redazione

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Tornatore: “La Sicilia che è in me”

| giovedì 03 Gennaio 2013 - 21:04

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PALERMO, 4 GENNAIO 2013 – Gli esordi alla Rai, i primi documentari, i film di ieri e quello di oggi, La migliore offerta, appena uscito nelle sale e già campione di incassi. È una passeggiata a ritroso nel tempo, costellata di aneddoti e ricordi, quella che Giuseppe Tornatore ha affrontato ieri pomeriggio all’Auditorium della Rai, gremito all’inverosimile tanto da costringere gli organizzatori ad allestire una seconda sala video collegata.

 

http://www.youtube.com/watch?v=D5pqjXSmzrg

 

Ha sorriso quando il direttore della Sede Rai di Palermo, Salvatore Cusimano, ha mostrato al pubblico la copia del suo tesserino, quello con il quale andava a lavorare alla Rai da programmista regista. Era il 1980, Peppuccio Tornatore firmava il suo primo contratto, 449 mila e 500 lire lo stipendio lordo.

Ad assumerlo era stato Vittorio Lo Bianco, all’epoca capo struttura della Rai scomparso esattamente un anno fa.

 

“È un periodo di cui ho ricordi bellissimi – ha detto il regista bagherese – che ricordo soprattutto come un periodo di grande libertà”. Mentre sullo schermo scorrono le immagini dei documentari girati da Tornatore in quel periodo, il regista guarda con grande attenzione, annuisce: Guttuso, la Sicilfiat, il primo incontro e la prima intervista a Francesco Rosi (con cui ha appena firmato un libro a quattro mani nato proprio da lunghe ore di conversazione), la coraggiosa storia di un rapinatore graziato. “Lo Bianco mi chiese di realizzare un ciclo di documentari sugli ergastolani graziati. Era un suo progetto, nessuno voleva farlo. Io accettai convinto, allora come oggi, che si può fare tutto su tutto. Cercai i condannati che erano stati graziati ma quando tornai per intervistarli non c’era più nessuno, spariti tutti. Dovevamo andare in onda e bisognava inventarsi qualcosa. Fu così che arrivai a quel ragazzo, quasi per caso, e così nacque Ritratto di rapinatore“.

 

Mentre il regista parla ancora dei primi anni della sua carriera, di Bagheria e dei concittadini famosi con i quali si è incrociata la sua vita professionale, in fondo alla sala si sente una voce baritionale: “Peppuccio, sono qua”. Nino Buttitta, figlio del poeta Ignazio, cerca di farsi strada fra la folla. I ricordi sono tanti, ce ne sarebbero decine e decine, Cusimano e Gian Mauro Costa, altro moderatore dell’incontro, faticano a riportare la conversazione ad oggi, a La migliore offerta, al film interpretato da Geoffrey Rush che è anche un libro, firmato dal regista ed edito da Sellerio. Il film – che narra la trasformazione di un uomo, da arido mercante d’arte, solo e chiuso nelle sue ossessioni, in uomo capace di amare, in un gioco continuo fra apparenza e realtà – ha già riscosso successo fra i critici.
“È una storia d’amore – ammette subito Tornatore – , che poi io mi sia divertito a seguire la naturale drammaturgia di una storia d’amore e riportarla alla struttura di un thriller è stato appunto per puro divertimento anche se in una storia d’amore c’è sempre qualcosa di simile al giallo. La struttura è inusuale, c’è un primo livello semplice, facilmente accessibile a tutti, dietro al quale poi si nasconde un coacervo di storie non mostrate. C’è una geometria fra i personaggi che mi intrigava, una storia che ho pensato potesse appassionare il pubblico. Ho scelto di raccontare tutto dal punto di vista del protagonista, rinunciando a tanto altro nella narrazione”.

 

Il legame di Tornatore e dei suoi film con la Sicilia va oltre l’apparenza, c’è anche quando sembra non esserci. “Per me – dice ancora – girare un film in Sicilia o da un’altra parte cambia poco, l’approccio che ho con la storia è lo stesso. Poi c’è più Sicilia di quanto io pensi, in ogni film”. E svela un piccolo retroscena de La migliore offerta: “il protagonista ha una vera e propria ossessione per l’igiene, una mania. L’idea mi è venuta pescando tra i miei ricordi, fra le cose che mi colpiscono e che appunto sempre: a Porticello c’era, anni fa, un uomo. Lo chiamavano ‘u pulitu, per un’analoga mania. Teneva sempre con sé una penna, ma non la usava per scrivere, era analfabeta. Gli serviva invece per suonare i citofoni”.

 

Parlando ancora di analogie e legami, Tornatore si stupisce di fronte all’accostamento fra la scena finale di La migliore offerta e quella di “Nuovo cinema paradiso”, suggeritogli da Costa. “Mi turba molto, ma succede ogni volta. Tempo fa una studentessa mi disse che voleva fare una tesi per dimostrare che Una pura formalità e Nuovo Cinema Paradiso erano lo stesso film. La guardai scettico, quando ho letto la sua tesi sono rimasto a bocca aperta, il suo ragionamento era perfetto ma io non ci sarei mai arrivato”.
Tornatore non lesina i “trucchi del mestiere”. “Fellini – dice ancora – sognava durante la notte situazioni che non erano nella sceneggiatura, il giorno dopo sul set seguiva quello che aveva sognato, stravolgendo i programmi. Ecco, capita a tutti. A me succede di svegliarmi nel cuore della notte e vedere chiaramente che una certa scena debba essere fatta diversamente. Allora il giorno dopo non puoi arrivare sul set e dirlo apertamente, ti pigghianu pi pazzu – dice concedendosi una battuta in dialetto – . Sei costretto a cambiare programma o inventare incidenti, per arrivare in un altro modo a quello che vuoi. Un po’ come quando inserisci nella sceneggiatura scene incredibili, importanti, costosissime che sai non utilizzerai solo per poi, in fase di trattativa col produttore, fingere di tagliarle per acconsentire alle sue richieste”. Un regista vive nel suo film: “vivi nelle storie, accanto ai personaggi. Sei molto sensibile. E sei anche geloso. Il momento in cui mandi una sceneggiatura è drammatico. Così come quando un attore ti chiede di cambiare una battuta, è un trauma. Ma non bisogna essere chiusi, puoi sempre trovare la perfetta quadratura del cerchio”. E che Tornatore sia un perfezionista è cosa risaputa.

 

 

La migliore offerta (Drammatico, 124 minuti)
scritto e diretto da Giuseppe Tornatore
con Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland, Philip Jackson
musiche di Ennio Morricone
Warner Bros Italia
In programmazione dal 1° gennaio 2013

Edizioni Si24 s.r.l.
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Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
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