PALERMO, 30 DICEMBRE – L’approvazione della norma che consente a Comuni, come quello di Messina, di evitare il dissesto finanziario attivando un percorso virtuoso di risanamento, spacca Udc e Pdl. Da una parte, Giampiero D’alia, presidente dei senatori Udc e segretario siciliano dei centristi che fa un plauso a Crocetta e Ardizzone per il Ddl che salva la città dal default; dall’altro, il vicecapogruppo del Pdl, Marco Falcone, che parla di “disparità nei confronti degli altri Comuni”.
“E’ la prima volta, dopo tanti anni, che la nostra non è più una città scartata dalle istituzioni regionali – ha detto D’Alia – e ciò è sintomatico di un profondo cambiamento del clima politico, del quale siamo soddisfatti. Lo siamo ancora di più, se consideriamo che questa norma è stata approvata nonostante i reiterati tentativi di sabotaggio messi in atto da autorevoli esponenti, non messinesi, del Pd e del Pdl. Questi ultimi, infatti, con un emendamento, sonoramente bocciato prima in commissione e poi in aula, hanno tentato di ampliare oltre misura la platea dei beneficiari mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza del comune di Messina”.
“E’ sicuramente una disparità di trattamento tra i Comuni della Sicilia quella attuata dal governo regionale con la norma salva-Messina – sottolinea invece Falcone -: in un momento in cui nell’Isola sono numerosissimi i Comuni che versano in condizioni di grave sofferenza finanziaria, guardare agli interessi specifici, piuttosto che a quelli generali, crea un precedente sicuramente non edificante”.