PALERMO, 22 DICEMBRE – La sconfitta contro la Fiorentina fa capire ancor di più l’importanza dei punti persi a Udine. Il Palermo perde la sua terza partita delle ultime quattro e vede più lontana la zona salvezza. Più che con Juve e Inter è stato evidente il divario tecnico, individuale e collettivo.
Gasperini deve rinunciare ad Ilicic, assenza oggi troppo pesante perché unica alternativa offensiva a Miccoli. Si vede tutta la differenza di qualità, sin dai primi secondi di partita. La Fiorentina, infatti, prova a mettere paura da subito: gli esterni di Montella preparano l’accerchiamento, Borja Valero e Aquilani trovano con facilità Jovetic e Toni, i calci piazzati sono efficaci e solo imprecisione e la prontezza di riflessi di Ujkani non danno ai viola un vantaggio senza dubbio meritato.
Gasperini sposta presto Giorgi in zona più centrale e riporta Morganella sull’estrema destra, piano piano Barreto e Rios cominciano ad arginare meglio le ripartenze della Fiorentina consentendo al Palermo di ripartire dalla trequarti evitando così il pressing asfissiante di Migliaccio e Borja Valero, la più felice intuizione del mercato estivo italiano nel rapporto qualità – prezzo.
Alzando il ritmo anche il Palermo comincia a costruire qualche trama offensiva, la più insidiosa delle quali viene sprecata da Giorgi che, in percussione da destra, sceglie una illogica conclusione d’interno. L’assenza di un punto di riferimento offensivo non garantisce però profondità al contropiede del Palermo che, anche nel suo momento migliore a metà tempo, non crea altre particolari insidie.
Toni continua a sprecare, ma la sensazione è che la quantità di tempo passata a ridosso dell’area avversaria prima o poi consenta ai toscani di trovare l’occasione giusta.
E questa arriva in apertura di ripresa: Quadrado finta la penetrazione e pesca in verticale Jovetic che non trova l’opposizione fisica di Donati. Il tocco felpato del fuoriclasse viola buca le gambe di Ujkani e
finisce in rete. Il Palermo si trova così nella peggiore condizione tattica possibile, senza forza fisica in attacco, costretto al fraseggio stretto contro un avversario rinculato di venti metri e capace di ripartenze veloci. Senza Giorgi e con Kurtic, Gasperini prova ad alzare ritmo e pressing e soprattutto ad avere più fluidità nel giro palla. Ma con il solo Miccoli in avanti e con Brienza sfiancato dalla copertura di una porzione eccessiva di campo, ogni tentativo è apparso velleitario.
Anzi, con spazi più larghi è stata la Fiorentina a proporsi on più pericolosità ma senza quella determinazione che ha consentito al Palermo di restare incollato al risultato pur in palese condizione di inferiorità. Gasperini con trenta minuti a disposizione ha provato ad aumentare il potenziale offensivo: fuori Munoz – e difesa a quattro – e dentro Dybala. La mossa ha ricacciato il centrocampo viola più indietro di qualche metro, ma senza alcun esito perché sempre prevedibile la manovra e priva di quella velocità che avrebbe potuto mettere a disagio la difesa di Montella.
Ogni discorso si chiude a 8′ dalla fine. Donati non sa e non può marcare Toni, sceglie un abbraccio fatale su uno spiovente casuale e regala il rigore che Jovetic segna con un cucchiaio. Il tris viola, ancora su rigore, serve soltanto a dimostrare l’aria di rassegnazione che dovrà presto essere spazzata. E ora tocca a Lo Monaco ricostruire una squadra che, al netto dei punti meritati e mancanti, se resta così è destinata alla B.