PALERMO, 22 DICEMBRE – Affidiamoci a Miccoli, come sempre sinora. E speriamo per l’ultima volta in maniera così totale. Perché già dalla prossima partita il volto del Palermo potrebbe essere cambiato e dall’inizio del girone di ritorno completamente trasformato. Il lifting di gennaio è tema dominante nella fantasia dei tifosi e prende una parte fondamentale dei pensieri di Gasperini che dovrà tentare di portare a casa nelle ultime due partite del girone d’andata quei punti necessari per non essere poi costretto ad una rimonta disperata.
Oggi la Fiorentina testerà gli aspetti caratteriali dei rosa ancor più di quelli tecnici, a noi noti quanto a Montella. Bisognerà constatare quanto la delusione di Udine ha lasciato traccia, valutare la forza di reazione di una squadra consapevole di essere – con questa fisionomia – alla sua ultima (o penultima, al massimo…) uscita, affrontare questa ennesima tappa casalinga con l’assillo dei punti reso ancora più pressante dalla vittoria di ieri del Pescara, il regalo di Natale più sgradito che il Catania potesse recapitare a Lo Monaco.
Gasperini opta per la formula “muscolare”, allinea Kurtic, Barreto e Rios per arginare l’audacia e la forza d’urto del reparto centrale di Montella, chiede corsa e coraggio a Garcia e Morganella, sentinelle delle corsie esterne, chiamati a privare Toni dei prevedibili rifornimenti aerei. Così facendo rinuncia, almeno all’inizio, al terzo uomo di fantasia della prima linea e punta forte sulla ritrovata vena di Ilicic e sulla tradizione di Miccoli che quando vede viola scatena estro e carica agonistica.
Servono tre punti. E basta. E quindi bisognerà sperare nella magia incrociata che spesso accade sui campi di calcio: la squadra più debole che moltiplica le forze, quella più forte che le lascia nello spogliatoio. Soltanto se ciò accadrà al Barbera sarà un buon Natale.