ROMA, 21 DICEMBRE – “Io sono qui in nome della Costituzione Italiana. Anche voi siete qui per la Costituzione, non per me”. Lo ha detto Antonio Ingroia, parlando alla manifestazione “Io ci sto”, al teatro Capranica, a Roma. “Per avere questa risposta dovete ancora pazientare”, ha risposto poi a chi gli chiedeva se si candida o no.
“La mia decisione di candidarmi dipende da voi, dall’impegno che metterete per cambiare. Dobbiamo cambiare la classe dirigente del paese, se non cambiamo, il paese non può crescere, questa classe dirigente ha scelto di convivere e fare affari con la mafia”.
Il magistrato ha presentato il suo “nuovo polo” che parte dal ricordo di Falcone e Borsellino: “Il loro lascito è come un tesoro smarrito, noi dobbiamo recuperare questo tesoro, dobbiamo partire da questi uomini, da questo modello di cittadini. Un paese senza passato è una democrazia dimezzata, abbiamo bisogno di aria pulita, disperdiamo i veleni che ammorbano il paese. Non faremo un polo giustizialista e manettaro”.
“Noi dobbiamo osare, e per osare ci vuole una rivoluzione pacifica della società civile io ci sto. Mi metto a disposizione di questo progetto nel modo in cui voi riterrete più opportuno – ha aggiunto Ingroia -, io ci metto la faccia, lo so che è difficile ma se continuiamo ad aspettare vedremo passare il cadavere dell’Italia, perché l’Italia sta morendo”. Il magistrato siciliano ha poi sottolineato che la “decisione di starci determinerà attacchi e accuse, prezzo che pagherà la magistratura e la campagna elettorale”.
Poi il magistrato parla di Silvio Berlusconi: “Il ventennio berlusconiano ha lavato il cervello a molti italiani e non solo a quelli meno colti. Uno dei danni del ventennio berlusconiano è stato quello di determinare un cambiamento nel nostro modo di pensare”.
“Non è una prova della politicizzazione delle indagini il fatto che un pm si candida ad una carica politica – ha aggiunto Ingroia -, lo si deve dimostrare alla fine delle indagini. Io so solo che il senatore dell’Utri, non lo chiamo signore, è stato condannato per associazione mafiosa, allora dov’è la politicizzazione della mia indagine se poi la condanna è stata definitiva?”.
Sulla sua candidatura, Ingroia afferma: “A me un seggio parlamentare non interessa, ho rifiutato già molte proposte, anche nelle ultime ore. Ho avuto offerte anche per fare il sindaco di Palermo e poi il presidente della Regione Siciliana. Ma se nasce un progetto come quello di oggi, è tutta un’altra cosa”.
Poi accenna ai temi economici: “Non possiamo fare la fine della Grecia con la complicità del nostro immobilismo – ha aggiunto Ingroia -, siamo già in tanti ma dobbiamo aggregare ancora di più”. L’ex procuratore aggiunto di Palermo ha spiegato di voler fare “un nuovo polo, né terzo né quarto, non siamo secondi a nessuno ma che vuole diventare un unico vero polo per un governo alternativo al berlusconismo e al montismo. Io ci sto ad alcune condizioni e la prima è che non voglio essere solo, voglio tutti in campo. L’arancione è un colore che mi piace, ma non siamo solo arancioni”.