PALERMO, 21 DICEMBRE – Il recupero della credibilità del Parlamento, il taglio dei costi, già iniziato, la necessità che le forze politiche comprendano – soprattutto in un’aula in cui “non c’è una maggioranza ma tre minoranze” – che “è iniziata una nuova epoca”, e che il momento impone se necessario, volta per volta “un accordo su singoli provvedimenti per affrontare le emergenze della Sicilia” rispetto alle quali “qualsiasi divisione sarebbe obiettivamente assurda”.
Prima conferenza stampa di Natale per il neo presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, quella che lui stesso definisce “una riflessione ad alta voce su un’Assemblea” che è – non ha dubbi – “una bella realtà”. Un’Assemblea, rivendica Ardizzone, che a differenza di quanto avviene negli altri consigli regionali, è “l’unica a pagare le pensioni dei propri dipendenti”.
Seppur nella consapevolezza che non va tutto bene e che “nuovi tagli ai costi” siano necessari, rispetto a quanto già annunciato. “Non muoverò una virgola rispetto al decreto Monti – dice Ardizzone -. Anzi sarà applicato passo dopo passo”. “Dobbiamo recuperare credibilità, per troppo tempo siamo stati considerati il Parlamento degli sprechi e degli alti costi”.
Ma non manchino motivi di vanto: “la Fondazione Federico II – afferma – ha incassato, in tempi di crisi, 1.6 milioni dagli ingressi alla Cappella Palatina”. Allora si possono tagliare i contributi? osserva un cronista: “Non taglieremo i contributi per la cultura, se sono soldi ben spesi e soprattutto se non ci sono sprechi”, ma nel caso di tagli alle associazioni presenti nella tabella H “se si dovrà stringere la cinghia si stringerà in modo complessivo”, valutando caso per caso.
Auguri di Natale, per Ardizzone, all’insegna della legalità grazie all’intesa con l’associazione Libera ed un contributo dai fondi riservati di circa 22 mila euro indirizzato a tre associazioni delle tre città metropolitane: il Banco Alimentare di Catania, la missione di Biagio Conte, a Palermo, e la missione Antoniana, di Messina.
Un’occasione anche per fare il punto sulle priorità da affrontare: “sono preoccupato della situazione di molti enti locali e comuni al dissesto – ha detto il presidente dell’Ars – se crollano e vanno in default ci sarà un effetto domino che coinvolgerà la Regione Siciliana”. Ma Ardizzone non sembra invece turbato dalla mancanza di una salda maggioranza in Assemblea: “non abbiamo una maggioranza ma tre minoranze” e rispetto ai provvedimenti da assumere e ad eventuali “maldipancia” dice: “sui singoli provvedimenti credo che dovranno essere valutati nel merito, qualsiasi divisione sarebbe obiettivamente assurda”. Ma stop a qualsivoglia legge Omnibus.
Poi anche una promessa sulla trasparenza degli atti dell’Ars, a partire da quelli del Consiglio di presidenza.E a chi gli chiede se di fronte all’antipolitica dominante non sia il caso di smetterla di chiamare i consiglieri regionali “onorevoli” replica: “Secondo me ha ancora un senso. Io sono onorato di essere onorevole, questo titolo non lo rinnego. Da siciliano provo più orgoglio ad essere deputato regionale piuttosto che nazionale”.
(Italpress)