PALERMO, 17 DICEMBRE – Il convento di Sant’Antonino torna a vivere dopo un restauro durato quattro anni e diventa Centro linguistico dell’Ateneo palermitano. La struttura a due passi dalla stazione centrale, che custodisce quattro secoli di storia del capoluogo, è nata nel 1600 per ospitare i frati minori di Sant’Antonino; nel Novecento, poi, si è trasformata in caserma dell’esercito e nel 2004 è stata acquisita dall’Università
Il complesso architettonico, costituito dalla chiesa omonima e dall’ex convento, ha un grande cortile quadrato all’esterno, circondato da un porticato con alte colonne in pietra e all’interno saloni con volte a crociera. Conserva anche un gigantesco mulino in legno massiccio, importante reperto di archeologia industriale.
Due i blocchi già restaurati; sul terzo a breve inizieranno i lavori per 8 milioni di euro stanziati dall’assessorato ai Beni culturali e ai Lavori pubblici, con il cofinanziamento di 2 milioni di euro da parte dell’Ateneo di Palermo. All’interno del nuovo plesso didattico, articolato su due piani per uno spazio di circa 2500 metri quadrati, un’ampia sala di lettura accessibile agli studenti di tutte le facoltà, gli uffici centrali del sistema bibliotecario, la sede della scuola italiana per stranieri e l’archivio storico.
“Oggi consegniamo alla città uno spazio nuovo e vitale – ha detto il rettore Roberto Lagalla all’inaugurazione – un passo avanti della logistica universitaria che tramite questo nuovo polmone culturale lancia una sfida per il futuro con l’obiettivo dell’internazionalizzazione dei processi formativi e dell’apprendimento delle lingue straniere”.