PALERMO, 15 DICEMBRE – C’era aria di impresa, si sentiva. E il Palermo la costruisce e la distrugge nel momento più complicato del suo campionato, dopo due sconfitte consecutive e una serie di delusioni esterne che non rappresentavano grande viatico per questa ennesima sfida contro Guidolin. Ha dominato il Palermo ma ancora una volta non ha saputo conquistare ciò che era giusto portare a casa. Limiti di carattere, d’accordo, ma troppi punti sfuggiti dalle mani di Ujkani e dai piedi fragili di una squadra che dovrà cambiare volto per non cadere nel baratro.
Primo tempo, come dire, di sostanza. Buona corsa, una disciplina tattica inappuntabile, un costante ricorso al pressing che ha impedito all’Udinese di innescare le sue frecce sulle corsie esterne. Il Palermo per nulla intimorito né condizionato dalla posizione di classifica ha dominato per lunghi tratti, ha tenuto botta nonostante l’inferiorità numerica a centrocampo, si è consegnato ad Ilicic, sempre più autoritario e concreto.
Nonostante tale supremazia i rosa hanno lasciato, come al solito, quelle due / tre occasioni che l’Udinese non è riuscita a capitalizzare così come ha fatto invece il Palermo. Era nella logica delle cose che fosse Ilicic a spezzare l’equilibrio, lo ha fatto alla sua maniera, cercando l’uno contro uno, caricando il suo sinistro, trafiggendo il troppo incerto Brkic da una ventina di metri. E solo una clamorosa topica arbitrale non ha consentito allo sloveno di mettere in ghiaccio la partita: strepitoso aggancio volante, veronica con colpo di tacco, doppio passo su Danilo che, 5 metri dentro l’area, lo stende. Gelo sul Friuli in attesa di un fischio che sancisse il rigore. È invece arrivato solo il giallo per proteste.
Nella ripresa Gasperini lascia fuori Miccoli e propone Brienza in una posizione intermedia sulla destra con Dybala punto di riferimento offensivo. Anche con questo assetto il Palermo non ha perso incisività. Anzi, costruisce la più clamorosa palla gol con Brienza a cui un recupero di Danilo toglie un gol quasi fatto. Dall’altro lato è il guardalinee ad azzerare il tap in vincente di Domizzi sul palo colpito da Pasquale.
L’espulsione di Herteaux consente al Palermo un giro palla meno complicato ed una fase difensiva meno affannosa, anche se con un uomo in meno sarebbe stato lecito attendersi di più. Limiti di carattere oltre che tecnici hanno tenuto l’Udinese in partita sino alla fine. Un paio di volte Brienza, altrettanto Rios, una ciascuna Ilicic e Pisano (almeno lui stoppato da una prodezza dell’estremo friulano): così il Palermo ha dovuto soffrire sino alla fine, sino all’errore che puntuale è arrivato al minuto 89 consegnando a Di Natale quel gol che lo porta ancora in doppia cifra. E consegnando a Gasperini una delusione francamente eccessiva.