PALERMO, 12 DICEMBRE – Mentre gli automobilisti diventano, per virtù o necessità, sempre più ecologici, sembra proprio che in Sicilia questo trend stenti ad attecchire nel mondo dell’autotrasporto merci. Un problema che ha due risvolti negativi, il primo sull’inquinamento dell’aria, l’altro sui costi del trasporto e quindi delle merci.
Secondo i dati diramati dall’agenzia di stampa Italpress, dei 325.175 autocarri per il trasporto merci che circolavano in Sicilia l’1 gennaio scorso ben il 99,04% erano alimentati in maniera tradizionale, e cioè a benzina o a gasolio. Solo il restante 0,96% del parco circolante era composto da autocarri “verdi” e quindi alimentati a metano, a GPL o elettrici.
Tra le province siciliane, la più virtuosa è Ragusa, ma pur sempre con uno striminzito 1,24% di autocarri “ecologici”, seguita da Catania (1,17%) e Palermo (1,13%).
Non che nel resto d’Italia le cose vadano molto meglio. Sempre ad inizio 2012 in tutto il Paese dei 4.021.413 autocarri circolanti solo 99.448 (che corrispondono al 2,47%) erano alimentati a metano, a GPL o elettrici, mentre i restanti 3.921.965 (e cioè il 97,53%) erano a benzina o a gasolio. Ma la Sicilia nella classifica nazionale è in posizione di retroguardia, precisamente la quintultima.
La questione risulta ancora più preoccupante vista la situazione della viabilità nelle nostre città, dalle più grandi alle più piccole: poche isole pedonali ma soprattutto poche tangenziali e circonvallazioni. Con il risultato che spesso i mezzi pesanti transitano persino all’interno dei centri storici. Una situazione che solo un sistema incrociato di divieti di circolazione e incentivi per le energie pulite potrebbe cambiare.