PALERMO, 11 DICEMBRE – Se non è un terremoto, ci somiglia parecchio. L’elezione di Antonio Venturino alla vicepresidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana ha avuto due effetti immediati: il Governatore lancia più che uno sguardo verso il Movimento 5 Stelle e incassa il cauto appoggio di Cancelleri nel progetto di riforma della Formazione.Da chi ha visto naufragare la candidatura Maggio parte un coro di “no agli inciuci” mentre nel Pd la “questione Cracolici” non appare più da relegare a un passeggero mal di pancia.
Crocetta e Cancelleri si incontrano due volte e i punti di accordo non mancano. Lo chiarisce il leadergrilino senza giri di parole: “Assolutamente si. Appoggeremo la riforma sulla Formazione annunciata dal presidente Crocetta. Con abbiamo parlato del programma, noi ci siamo dichiarati equidistanti da tutte le forze politiche. Non vogliamo solo fare opposizione, ma vogliamo anche proporre disegni di legge. Dobbiamo invece cominciare ad essere intransigenti nei confronti di coloro che hanno interessi di natura economica, non devono fare politica. In Sicilia c’è troppo clientelismo diffuso”.
Questo basta e avanza per aumentare le fibrillazioni fino alla richiesta di dimissioni del neo vicepresidente avanzata da Nello Dipasquale: “Io penso che il vicepresidente Venturino debba dimettersi, altrimenti il messaggio è chiaro: si è fatto un accordo sottobanco – dichiara il capogruppo del Movimento per il Territorio all’Ars – la sua elezione è frutto di un inciucio. Le cose vanno chiamate per quelle che sono”. E Dipasquale accusa: “La verità è che si predica bene e si razzola male. Andiamo verso il voto alle nazionali e nessuno grida allo scandalo perché siamo senza preferenze, neanche Grillo. È la politica di sempre, loro non hanno fatto altro che fare quello che si è fatto molte volte in queste aule e nella vecchia politica. Si è lavorato sottobanco per levare la vicepresidenza vicaria alla Maggio e darla a Venturino”.
A rispondere non sono i grillini ma gli autonomisti di Pds-Mpa: “Ai deputati del Movimento per il Territorio che, probabilmente interessati ad incassare poltrone che non sono di loro competenza, ci accusano di avere votato per il vicepresidente Venturino, rispondiamo che abbiamo solo perseguito il rispetto delle regole che prevedono la rappresentanza dei gruppi sulla base della loro consistenza, senza esclusioni o veti politici. Nessun accordo sottobanco, come invece evidentemente sono già abituati a fare quelli di Territorio che, eletti in una lista hanno subito formato un gruppo diverso utilizzando persino un transfuga”, concludono.
Prima di questo botta e risposta a commentare l’elezione era stato l’altro vice, Salvo Pogliese: “Certamente all’interno del Pd ci sono stati dei franchi tiratori, ritengo che siano conseguenze connesse alla vicenda Cracolici. Sono comunque problemi che devono valutare i colleghi del Partito Democratico”.
“Per quanto ci riguarda – concludono – continueremo a muoverci, come abbiamo già fatto per l’elezione dei vicepresidenti, avendo come discriminante il rispetto delle regole”. Polemico Salvino Caputo (Pdl): “I grillini iniziano la rivoluzione e si alleano con i lombardiani, saranno sicuramente inesperti ma hanno imparato subito la politica degli inciuci e delle lottizzazioni. Un’elezione – continua – che sul lato strettamente politico dimostra che il Pdl ha votato in modo compatto mantenendo gli impegni e le intese raggiunte, mentre i neodeputati del Movimento 5 stelle hanno adottato il metodo della politica dell’inciucio”.
Parla di farsa, il deputato del Cantiere Popolare, Pippo Gianni. “Anche ai ‘grillini’ è richiesto un profilo istituzionale, soprattutto quando si elegge uno di loro a vicepresidente vicario dell’Ars. A Palazzo dei Normanni – afferma – si rischia, invece, la farsa o che dir si voglia le sceneggiata tra annunci e rinunce che sarebbe meglio trasformare in fatti, e per quanto riguarda i Cinquestelle, e per lo stesso presidente Rosario Crocetta. Fin qui abbiamo assistito ad un mero consociativismo, quello classico e tanto disprezzato, che ha permesso agli eredi del vecchio governo ed ai sodali di Grillo e Crocetta di mettersi insieme quasi per voglia irresistibile di provocare scatafasci in un Aula dove non c’è una vera maggioranza o forse vi è una finta opposizione”.
Intanto, Crocetta attende la fine del voto per riunire la Giunta che darà il via libera alla cassa integrazione per i dipendenti della Gesip come previsto dagli accordi con il ministro Fornero. E domani vola a Roma per affrontare altre due vertenze: Fiat di Termini e Keller di Carini. Al rientro tornerà a occuparsi di alleanze, convergenze e mal di pancia.