PALERMO, 10 DICEMBRE – Facciamo finta che non li abbia nominati lui. Certo è che Crocetta non ha pace. Come se non bastassero i problemi ordinari/straordinari che gli cadono tra capo e collo ogni giorno, ci si mettono anche i suoi assessori star. Prima Zichichi con il nucleare, prontamente zittito (“non rappresenta la posizione del governo regionale, io sono sempre stato contro il nucleare”), adesso anche Battiato che in maniera perentoria boccia di fatto l’alleanza che ha vinto le elezioni.
“Io preferisco i grillini all’Udc – ha sottolineato il cantassessore su Radio 24 – mi ricordo di quando Casini diceva di poter mettere le mani sul fuoco relativamente a Cuffaro. Oggi dovrebbe averle bruciate…”.
Battiato è persona troppo intelligente per non sapere che così facendo mette in imbarazzo Crocetta il quale a sua volta non può passare il tempo a smentire o correggere l’assessore di turno in diretta radiofonica. Ma, tanto per non farsi mancare nulla, l’oracolo etneo è andato oltre. Anzi, ha alzato il tiro mirando ad un bersaglio ancora più grosso.
“Tra Napolitano e Ingroia io sto con il giudice. Mi dispiace per il presidente, ma con il ricorso alla Consulta ha messo in difficoltà i giudici di Palermo”.
E infine una carezza anche per i suoi predecessori. “Anche se sono a Berlino o chissà dove, pure lavorando ogni 6 mesi farei certamente meglio di chi mi ha preceduto”. Battiato è uomo libero che oggi , dopo una scelta difficile da gestire, tende a ribadire la sua libertà andando fuori dagli schemi, sia negli aspetti formali – niente cravatta alla prima seduta dell’Ars – che nei contenuti. Come se avesse la necessità di dire agli altri e forse anche a sé stesso: guardate che sono sempre io.
Questo è Battiato, artista, intellettuale e siciliano. Uno che pesa le parole, gioca con le parole e con le parole ha costruito la sua fortuna professionale. Uno che se parla, punge. Fottendosene delle regole, della diplomazia e della politica. Proprio come la Zanzara, la trasmissione che, prima di lui, ha “pizzicato” anche Zichichi. E che ricorda a noi e a Crocetta di quanto bella sia la libertà d’espressione.