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Vucinic devastante, Palermo ancora ko

PALERMO, 9 DICEMBRE – Gasperini sceglie di giocarsela a specchio, 3 – 5 – 2 come la Juve, rinunciando a Brienza e lasciando ad Ilicic il compito di affiancare Miccoli. Una scelta azzardata che, se da un lato pareggiava i conti a centrocampo dall’altro dava meno garanzie non solo sul possesso palla ma anche per le ripartenze. Troppo importante, però, per Gasp presidiare le fasce e togliere spazio e libertà per la manovra di Pirlo. Una scelta azzardata ma efficace perché la Juve non ha mai trovato i tempi per gli inserimenti dei centrocampisti.

Marchisio a sprazzi, Asamoha quasi mai lasciato senza raddoppio, Vidal chiuso nella morsa di destra tra Kurtic e Garcia. Così Ujkani l’unico rischio lo ha corso su un’invenzione di Vidal il cui passaggio filtrante non è stato sfruttato da Matri: il tocco del centravanti è finito sul corpo del portiere rosa. Poi il palo, fortuito, di Vucinic presenza costante e insidiosa anche su un campo ai limiti della praticabilità.
Il Palermo, di contro, ha cercato con pazienza di aggirare il folto schieramento difensivo juventino che fa perno sul sempre più autoritario Barzagli e su un Bonucci a suo agio anche senza avversario diretto. Poche le occasioni – una bordata di Kurtic dai 30 metri la più evidente – uno il rimpianto, quel passo in più che Miccoli ha fatto prima dell’assist di Barreto: la sua conclusione al volo, strepitosa come sempre, ha lasciato fermo Buffon, ma non il guardalinee che ha segnalato il millimetrico fuorigioco.
Ventuno punti di differenza che nei primi 45′ non si sono quasi visti e poca meraviglia se nel primo tempo il possesso palla è stato a favore del Palermo.
Se ha stupito la mossa iniziale di Gasperini, figurarsi quella della ripresa: Brienza subito in campo al posto di Pisano. Tradotto: nessuna paura ad incrementare la fase offensiva. Ilicic risucchiato a centrocampo, Morganella a vedersela con Asamoha.
Tante emozioni nei primi minuti, il palo di Vucinic dopo 40 secondi, un rigore negato a Brienza per un tocco di mano malandrino di Pirlo, l’invenzione del montenegrino che ha permesso a Lichtsteiner di segnare il suo secondo gol stagionale. Una giocata meravigliosa quella di Vucinic, una conclusione da attaccante puro quella dello svizzero che ha fatto esplodere la parte dello stadio bianconera – a Palermo ancora succede anche questo…-.
Con il gol la Juve ha trovato la consueta sicurezza e più agibilità nel giro palla anche perché meno puntuale è stato il pressing del Palermo. Il calo di Kurtic, l’inserimento di Pogba al posto di un Vidal meno incisivo del solito, le condizioni peggiorate del campo: ecco le cause della minore aggressività rosa e di una incapacità a creare azioni offensive. Senza considerare che il vantaggio ha consentito alla Juve di serrare le fila a centrocampo e neutralizzare ogni iniziativa, invero prevedibile, di un Palermo che ha avuto coraggio e volontà ma pochi guizzi determinanti.
Gasperini ne ha provato un’altra: difesa a 4, fuori Donati e dentro Dybala. Ma l’espulsione di Morganella ( due gialli in sequenza) ha dato alla Juve anche la possibilità di gestire ritmo e possesso palla ancora più facilmente. In questa condizione il Palermo, mai capace di recuperare uno svantaggio, ha avuto poche chance di insidiare la porta di Buffon, peraltro imbattuta da quasi 400′. Anzi le occasioni – gol migliori le ha avute ancora la Juve, prima con Bonucci (patetica la sua simulazione sull’uscita di Ujkani) e poi con Vucinic, migliore in campo ma ancora una volta poco efficace sotto porta.
Due sconfitte contro Inter e Juve ci potevano anche stare, il rimpianto per come sono arrivate. Ma c’è più di un girone per conquistare la salvezza e la tenuta atletica e caratteriale sono indicazioni utili per Gasperini. Mentre la caccia di Lo Monaco ai rinforzi invernali dovrà essere più convinta che mai.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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