PALERMO, 7 DICEMBRE – Finisce la latitanza dorata del boss di Villabate, Antonino Messicati Vitale. Nella notte, i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, coordinati dalla locale DDA (Procuratore Aggiunto Agueci e Sostituti Procuratori Sava, Di Matteo, Sabella), con la collaborazione di personale del Servizio per la Cooperazione internazionale di polizia – DCPC di Roma, lo hanno catturato a Bali in Indonesia.

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La cattura del capo mafia è stata possibile grazie a complesse indagini del Nucleo Investigativo di Palermo che ha individuato il covo del latitante in un lussuoso residence di una località balneare balinense. Il boss, lo scorso aprile, si era sottratto alla cattura nell’ambito dell’Operazione denominata “SISMA” con la quale era stato decapitato il vertice del mandamento mafioso di Misilmeri.

Il latitante, che è chiamato a rispondere dei reati di associazione mafiosa ed estorsione aggravata è stato arrestato grazie a intercettazioni ambientali, telefoniche e pedinamenti nei confronti di familiari e fiancheggiatori. Le iniziali ipotesi investigative sulla permanenza in Indonesia del latitante sono state confermate da un viaggio a Bali effettuato da alcuni familiari.

Figlio di Pietro – spietato killer della famiglia mafiosa di Villabate ed ucciso ad Aspra nel 1988 – Antonino Messicati Vitale è stato tratto in arresto una prima volta nel 1995 dal Nucleo Investigativo di Palermo, nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Venerdì Nero”. Era vicino a personaggi mafiosi del calibro di Gaetano Buscemi, ucciso nel 1995 in un agguato, Giovanni D’Agati, storico “uomo d’onore” del mandamento di Bagheria, Nicola Mandalà, attualmente all’ergastolo e noto per aver curato personalmente la latitanza di Bernardo Provenzano e Ignazio Fontana, “uomo d’onore” della famiglia di Villabate anche lui all’ergastolo.