PALERMO, 5 DICEMBRE – Tra lustrini e paillettes, tacchi alti e cappotti di cachemire, mal di pancia “da interrogazione” e figli al seguito, si è consumato così il “ballo dei debuttanti”. Perchè molti dei deputati di sala d’Ercole debuttanti lo sono davvero. E non hanno nascosto l’emozione.
Scortati da fidanzate, passeggini, mamme e papà, amici e parenti, sono entrati in aula con l’adrenalina in corpo e tanti buoni propositi. Ma prima hanno sfilato verso l’ingresso, quasi camminassero su un red carpet, circondati da flash e obiettivi. Qualcuno con la naturalezza di chi è abituato alle telecamere e qualcun altro un po’ più impacciato.
Davanti il Palazzo protestano gli operatori della formazione, gli operai della Gesip, i precari di vari Comuni, gli attivisti “No Muos”. Qualcuno blocca il Prefetto di Palermo, Umberto Postiglione, all’ingresso, per far valere le proprie ragioni. Non è tutto oro quel che luccica e la protesta occupa la prima pagina anche nelle occasioni particolari.
Alice Anselmo, parlamentare del Movimento del Territorio, si è presentata dall’alto di vertiginosi tacchi a spillo rossi, tutta vestita di nero con tanto di occhialoni da diva. “Mi viene da vomitare – ha esordito – proprio come quando dovevo sostenere un esame all’università. Sono emozionata, ma non ho nessuna incertezza e voglio cominciare subito a lavorare. La forza di questa legislatura – continua – è anche quella che ci sono tante donne con cui intendo instaurare un dialogo in maniera trasversale”.
Scortata dal marito Giacomo e dai figli Sebi di 6 anni e Vito di appena tre mesi – che l’aveva accompagnata anche nel giorno dell’accoglienza all’Ars – arriva con un cappotto azzurro e qualche acciacco la grillina Angela Foti. “Palermo non mi ha riservato esattamente un benvenuto – ha detto la deputata originaria di Acireale – ieri sera sono stata investita da uno scooter mentre attraversavo la strada e sono dolorante e piena di ematomi”. E proprio in aula, dopo aver allattato, ha avuto un leggero malore e si è affidata alle cure dell’infermeria. La Foti si trasferirà nel capoluogo per tre giorni a settimana con il figlio minore. “Uno delle primissime cose che farò – ha sottolineato – sarà chiedere un asilo all’interno dell’Ars per far sì che si possa lavorare senza stare troppo lontani dai propri figli”.
Si presenta con il sorriso e la sicurezza di sempre, invece, Fabrizio Ferrandelli, eletto nella lista del Pd, insieme alla moglie Claudia ma senza la figlia Bruna “ancora troppo piccola – dice – per portarla in Assemblea. A Sala d’Ercole veicolerò la voce di palermitani che mi hanno voluto premiare”. Emozionatissimi anche i grillini Francesco Cappello, arrivato in autobus a Palazzo dei Normanni e Gianpiero Trizzino giunto mano nella mano con la fidanzata spagnola e con “mal di pancia da esami universitari”.
Il primo ad arrivare in aula è stato proprio Giovanni Ardizzone, favorito nella corsa alla presidenza. Tra i più mattinieri, anche i veterani Francesco Scoma e Salvino Caputo. Lino Leanza arriva con la moglie e la figlia e scherza davanti alle telecamere con Antonello Cracolici. “Ho tante aspettative – commenta Leanza – ma fondamentale è il rigore, rimboccandosi subito le maniche per mettere in moto la macchina amministrativa con tre punti cardine: lavoro, diritto e istruzione”.
“Bisogna partire immediatamente con alcune leggi fondamentali per lo sviluppo dell’Isola – ha aggiunto Michele Cimino eletto con Grande Sud -: ritengo che oggi l’Ars si debba distinguere per una politica del territorio da proporre al governo Monti “.
Tanti propositi anche per Girolamo Fazio, parlamentare del Pdl ed ex sindaco di Trapani: “I siciliani aspettano risposte – ha detto – e cercheremo di darle il prima possibile. La priorità è quella di approvare quanto prima l’esercizio provvisorio”.
Sul piazzale illuminato dal sole gli assessori aspettano Crocetta, per fare ingresso compatti. Ma il presidente gioca in contropiede, spiazza cronisti e Giunta ed entra da un ingresso secondario . Le colleghe rimproverano affettuosamente Nelli Scilabra, un po’ in ritardo. Battiato arriva per ultimo, quando sono già tutti dentro con la sua divisa d’ordinanza: dolcevita scuro, niente cravatta, of course.
“Credo che la politica sino ad oggi sia stata privata di un punto di vista straordinario, quello delle donne. Mi piace spesso fare un esempio: una donna non progetterebbe mai un palazzo di dieci piani con un solo ascensore perchè le donne sanno cosa significa arrivare con la spesa, il passeggino, i figli”. Mariella Lo Bello parla con vivace genuinità.
L’ultimo ad arrivare è Nicola D’Agostino, che si appoggia ad una stampella. I picchetti d’onore cercano di individuare le personalità a cui spetta il saluto d’ordinanza. E nell’incertezza, in mezzo a tutti questi volti nuovi, lo rivolgono a tutti. Pronti, si parte.