PALERMO, 5 DICEMBRE – E’ Giovanni Ardizzone, 47 anni, avvocato messinese alla quarta legislatura, esponente dell’Udc, il nuovo presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana. Eletto alla seconda votazione con i 46 voti necessari per raggiungere la maggioranza richiesta dal regolamento.
Iniziata con l’appello dei 90 deputati la seduta che apre la XVI legislatura dell’Assemblea Regionale Siciliana. A presiedere il deputato anziano Giovanni Greco.
Il presidente Rosario Crocetta ha presentato la squadra degli assessori non ancora al completo. Il Governatore spiega che Antonino Zichichi non si è ancora insediato, mentre per Nicolò Marino, ancora magistrato nel pieno delle sue funzioni, si aspetta il provvedimento del Csm.
Dopo il discorso del presidente Greco è stata convocata la Commissione provvisoria per la verifica dei poteri, passaggio necessario prima della proclamazione.
La seduta è ripresa ed è iniziata la prima votazione per il presidente dell’Assemblea. In questa prima tornata per essere eletto è necessaria la maggioranza dei 2/3 dei deputati.
Lo spoglio, durato circa un’ora, si è concluso con un nulla di fatto. Secondo previsioni Ardizzone paga il mancato perfezionamento degli accordi sia all’interno della maggioranza che con l’area pdl-pid che aveva dato la sua disponibilità. L’unico che incassa i voti previsti è ovviamente Venturino (M5s). Anzi, il candidato in pectore Ardizzone non ha ottenuto neanche un voto, frutto di una strategia concordata. Nella maggioranza, praticamente, ognuno ha votato per sè in modo da riscontrare il risultato in termini assoluti. La cosiddetta scheda firmata che consente di capirela fedeltà del gruppo. Alla seconda votazione sarà sufficiente raggiungere quota 46- la metà più uno dei votanti – per conquistare la poltrona più alta di Sala D’Ercole. E si riparte come stamattina, con Ardizzone candidato unico.
Intorno alle 15 di oggi, alla seconda votazione Ardizzone ce l’ha fatta. Ardizzone ha ottenuto 46 voti, Venturino i 15 del M5s, 13 schede bianche. Altri voti a Lupo (4), Cracolici, Cancelleri, Arancio, Alloro (2), uno a testa per Leanza, Dina, Formica e Ferrandelli.
Nel suo discorso di insediamento Ardizzone parla di un rilancio della politica siciliana: “Non è tempo di Gattopardi, non è il tempo di approvazioni di leggi nelle sedute notturne”. E indica la presenza in assemblea di Crocetta, Musumeci e Cancelleri come un “valore aggiunto”.
Ardizzone indica la necessità di apportare una serie di modifiche allo Statuto, specie in materia di impugnazione delle leggi da parte dello Stato. Attenzione anche ai rapporti fra Ars, Governo regionale e Presidente e alla necessità di un organo di controllo sulla qualità della produzione legislativa. Per Ardizzone bisogna inoltre modificare il meccanismo di recepimento delle norme nazionali.
“Lo Statuto autonomistico non deve essere un ostacolo al progresso della Sicilia”. Cita poi Pancrazio De Pasquale, comunista eletto alla presidenza dell’Ars nel 1976 e poi il cattolico Giorgio La Pira, suo conterraneo e Sindaco di Firenze. Parla di Falcone e Borsellino citando Bernardo di Chartres: “sono giganti sulle cui spalle tutti noi siciliani siamo seduti”, ricorda Placido Rizzotto e lega la sua memoria alle difficoltà economiche di precari, disoccupati e senza casa siciliani.
La seduta si è conclusa ed è stata riconvocata a martedì 11 dicembre alle ore 11. All’ordine del giorno altre nomine, ad iniziare dai vicepresidenti. E vista la risicata maggioranza che ha eletto Ardizzone, le trattative per coinvolgere altre forze politiche sono ancora tutte da chiudere.