CATANIA, 4 DICEMBRE – I sindaci del Catanese scendono in piazza per dire no ai tagli che stanno mettendo in ginocchio, uno dietro l’altro, i Comuni. “Ma non è una protesta, è una richiesta di attenzione” ci tiene a precisare Raffaele Stancanelli, primo cittadino del capoluogo etneo che ha chiamato a raccolta i colleghi “perché è opportuno che, al di là del colore politico, facciamo sentire la nostra voce”.
Domani i sindaci della provincia si troveranno a Palazzo Platamone per approvare un documento che consegneranno al prefetto di Catania. Fasce tricolori in corteo, lungo il centro cittadino, per richiamare l’attenzione sulle difficoltà sempre crescenti. Precari e smaltimento rifiuti le prime emergenze, la necessità di una deroga al patto di stabilità e della certezza dei trasferimenti, la condivisione di un percorso comune con l’Anci Sicilia sono i tempi principali.
“A Catania – spiega Stancanelli – la spending review l’abbiamo iniziata ben prima dei provvedimenti del Governo, oggi continueremo a tagliare e alla fine troveremo anche l’equilibrio di bilancio ma la situazione è diventata insostenibile. Avevamo preventivato sì tagli, ma a fine anno siamo stati informati di ulteriori riduzioni. Lo Stato a fine ottobre ci ha comunicato riduzioni per 29 milioni di euro, noi ne avevamo previsti 19. La Regione ci ha trasferito il 41 per cento in meno di risorse e ne siamo venuti a conoscenza, anche in questo caso, ad ottobre”.
Una ricerca continua di soluzioni per tamponare le emergenze: “Il decreto Monti – aggiunge Stancanelli – ci obbliga a non potere più inserire in bilancio 140 milioni di euro di crediti maturati negli anni. Abbiamo già predisposto una delibera per accedere all’anticipazione delle somme del Fondo di rotazione, per spalmare in cinque anni questi crediti”.
Quattro anni e mezzo di assoluto rigore, il Comune di Catania dal 2008 ad oggi ha tagliato dipendenti (da 4.900 a 3.400, nessuna nuova assunzione a fronte dei pensionamenti e delle scadenze dei contratti a tempo determinato), indennità (il 30 per cento in meno per tutte le cariche e il 20 per cento in meno dei premi ai dirigenti), partecipazioni (nove società liquidate, zero euro per i membri dei consigli d’amministrazione, azzeramento dei costi di tutte le missioni). “Non abbiamo mai licenziato nessuno – precisa Stancanelli – , dalle partecipate abbiamo liberato denaro pubblico improduttivo che può essere investito in maniera più proficua, senza comunque perdere il controllo sui servizi essenziali per la collettività”. Fra i provvedimenti già varati la dismissione delle quote in alcune partecipate, fra quelli in procinto di essere varati la riduzione da10 a 4 dei consigli circoscrizionali.
Domani saranno in piazza, tutti insieme. “Oggi la situazione è insostenibile – conclude Stancanelli – , proporzionalmente soffrono tutti i Comuni. Al primo incontro eravamo oltre quaranta, domani spero potremo fare sentire il nostro appello”.