PALERMO, 4 DICEMBRE – La Sicilia nel 2011 non ha registrato la leggera ripresa che ha interessato le altre regioni del Mezzogiorno. Questo è quanto emerge dal rapporto Svimez 2012 presentato oggi dal presidente, Adriano Giannola e dal direttore, Riccardo Padovani.
Il prodotto interno lordo siciliano tra il 2008 e il 2011 ha perso il 3,2%, pari alla metà del resto del meridione (-6,1%). Il dato emerge da una minore crisi dell’industria siciliana (-7,7% contro -13% nel centro-sud e -10,4% nel centro Nord) resa possibile da una crescita dell’industria estrattiva (11,4% contro il -15,3% del Centro Nord) che ha in parte compensato la pesante flessione del settore manifatturiero (-15%).
Pesante il calo nell’agricoltura (-5,1%) e nei servizi (-1,4%) mentre le costruzioni perdono addirittura più del resto del Sud (-27,6% contro -13% del centro Nord e -25,2% del resto del meridione).
Preoccupanti anche i dati sull’occupazione. “La Sicilia”, si legge nel rapporto, “ha risentito fortemente dell’impatto della crisi di lunga durata in atto al sud”. Su 266 mila posti di lavoro persi dal 2008 al 2011, 47 mila sono in Sicilia, ovvero oltre il 10% del totale nazionale. Il dato è grave “perché si abbatte su livelli occupazionali già bassi prima della crisi”. Colpite soprattutto le fasce giovanili under 35 con il tasso di occupazione sceso dal 32,7% nel 2008 al 29,7% del 2011, un dato tra i più bassi “non solo del Mezzogiorno, ma di tutta Europa”.
Il dato diventa ancora più grave per l’occupazione femminile: in Sicilia è occupata appena una giovane donna su cinque (il 20,4% delle under 35 contro il 23,3% del sud e il 47,1 del centro nord).