Cascio, tra passato e futuro: “Ardizzone sarà presidente ma non al primo scrutinio”

di Redazione

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Cascio, tra passato e futuro: “Ardizzone sarà presidente ma non al primo scrutinio”

| martedì 04 Dicembre 2012 - 13:31

cascio-francesco

PALERMO, 4 DICEMBRE – L’ultimo giorno da presidente consumato tra riunioni ufficiali (e non) e vertici con esponenti di altri partiti. C’è da concordare la linea da tenere domani in aula per l’elezione del suo successore che porta con sé anche la nuova mappatura istituzionale, tra vice presidenti d’aula, questori e presidenze di commissioni.

La frenesia dell’ultimo momento che quasi cancella qualsiasi rimpianto legato ad un futuro che sarebbe potuto essere diverso. Non è un mistero che molti nel Pdl avrebbero voluto avere Francesco Cascio candidato al posto di Musumeci (“e state sicuri che Crocetta non l’avrebbe battuto” ammettono a microfoni spenti i deputati azzurri). E se Musumeci avesse vinto ne sarebbe diventato il vice e l’uomo di punta della Giunta.
Oggi Cascio rientra a Palazzo dei Normanni da deputato semplice, tra i pochi del Pdl a non essere stato travolto dall’emorragia di consensi, dopo un percorso istituzionale quasi ineguagliabile: consigliere e assessore comunale, assessore provinciale, parlamentare nazionale, deputato regionale (per tre volte), assessore regionale e vice presidente della Regione, presidente dell’Ars. Tutto in meno di un ventennio e in un’età anagrafica – è alle soglie dei 50 anni- che , per le abitudini della politica italiana, che lo fa considerare ancora giovane.

“L’eredità che lascio? Innanzitutto un’Assemblea che ha saputo contenere i costi della politica – sottolinea Cascio – . E’ stata questa l’impronta che siamo riusciti a garantire sin dall’ insediamento anticipando anche gli indirizzi della spending review di Monti. Il Parlamento, pur nelle difficoltà politiche della scorsa legislatura, ha saputo lavorare con buoni risultati. E lascio un’Assemblea che dal punto di vista tecnologico funziona perfettamente, dal portale internet al progetto e-democracy che ha accentuato il rapporto diretto con i cittadini anche sotto il profilo della proposta legislativa. Senza considerare, fra l’altro, che siamo riusciti a incardinare una legge che entrerà nella storia: dalla prossima legislatura – se non vi saranno stravolgimenti – i deputati passeranno da 90 a 70”.

L’esperienza maturata negli anni da parlamentare- e soprattutto nei quasi 5 da presidente – gli consentono di anticipare alcuni temi che da domani potranno essere all’ordine del giorno.
“Dopo l’introduzione dell’elezione diretta del presidente – continua – serve una legge che regolamenti i rapporti tra Parlamento e Governo e che svincoli il destino del Presidente della Regione da quello dei deputati. Si eviterebbe così qualsiasi forma di condizionamento, come accaduto con Lombardo, quando maggioranza e progetto politico non esistono più. E non è un caso che proprio l’opposizione di Lombardo e dei suoi esponenti ha impedito in questi anni che la legge fosse varata. A parole tutti i deputati erano d’accordo ma nei fatti non è stato così”.

L’elezione del Presidente dell’Assemblea ha spesso riservato sorprese. Ritiene che possa accadere anche questa volta? In fondo l’alleanza governativa, che punta su Ardizzone (Udc) non ha i numeri per eleggere il suo candidato, neppure a maggioranza semplice.
“E’ vero, i numeri non ci sono, almeno in teoria. Però la maggioranza sembra disponibile al dialogo e quindi credo che alla fine Ardizzone diventerà presidente. Magari non al primo scrutinio, ma sono convinto che domani stesso la questione sarà risolta”.

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