CEFALÙ (PA), 3 DICEMBRE – Continuano le proteste dei commercianti di Cefalù contro l’aumento dell’Imu. Dopo la serrata decisa dagli albergatori, ieri sono rimasti chiusi tutti i ristoranti. Davanti agli ingressi dei locali campeggiava un cartello con un messaggio: “Bruciati dalle tasse, oggi non si mangia”. La protesta, si allarga, dunque, anche ad altre categorie che chiedono un radicale abbattimento della pressione fiscale e contributiva.
“Al momento protestiamo per l’aumento dell’Imu – spiega Toti Fiduccia, titolare del ristorante ‘La Botte’ – e questa problematica coinvolge anche gli affittuari delle attività che subiranno sicuramente l’aumento del canone annuo di affitto”.
“Abbiamo fatto anche l’interesse dei pochi ristoranti che non hanno intrapreso la stessa azione di protesta”, sostiene Nicola Mendolia, titolare del ristorante “Il Porticciolo”. “Temiamo per la nostra occupazione – aggiunge Rosario Occorso, dipendente dello stesso ristorante -. Per la prima volta avverto il reale rischio della perdita del mio posto di lavoro”.
Attualmente i 35 ristoranti a Cefalù occupano da 400 a 700 dipendenti in alta stagione, che arrivano a 1500 se si aggiungono i bar e i pub.