PALERMO, 1 DICEMBRE – Lo aveva accennato ieri il neo assessore all’Economia, Luca Bianchi, chiacchierando con alcuni cronisti: “Voi potete insegnarmi quanti sprechi ci sono qui dentro sui quali intervenire”. E il Governatore, annunciando una spending review da un miliardo di euro, fa capire subito che i primi tagli sono destinati proprio al Palazzo e ai suoi burocrati. Tagli al salario accessorio di dirigenti e capi di gabinetto, decurtazione delle indennità dei consiglieri d’amministrazione delle società partecipate.
Una scure che si affianca alla più grande rotazione che la Regione abbia mai vissuto. A quanto pare non solo per i vertici ma anche per i dipendenti: “non si può stare per vent’anni sulla stessa poltrona” dice Crocetta in un impeto “renziano”. Non che i politici fino ad oggi abbiano mostrato propensione a lasciare poltrone e neanche strapuntini, ma considerando che a Palazzo d’Orleans spesso i direttori e capi di gabinetto si sono dimostrati più influenti e più inossidabili degli stessi assessori, pare un buon inizio.
La scelta di tagliare indennità e salari accessori ma non gli stipendi sembra anche giuridicamente oltre che eticamente praticabile. E il messaggio è chiaro e forte, potremmo dire urlato con il megafono: in era di spending review, tagli lineari, crisi e rischi default, quel palazzo dal quale la Giunta Crocetta è subito uscita ieri pomeriggio, non può più permettersi di restare un’isola felice.