PALERMO, 26 NOVEMBRE – Riflessioni dopo il derby. La prima e più scontata riguarda Miccoli: non se ne può fare a meno, specie in casa quando è ancora più necessaria la presenza di qualcuno che individualmente sappia sbloccare il risultato. Immaginiamo cosa sarebbe stato il derby senza quel gol dopo dieci minuti.
Ovviamente diventa condizionante la condizione fisico di Miccoli che, come accade da almeno due stagioni, non può garantire continuativamente il suo apporto. Ciò alza di un voto il “rendimento” dello staff tecnico e sanitario del Palermo e aumenta le responsabilità di Gasperini, promosso a pieni voti anche per come sinora ha affrontato il problema. Non lo ha rischiato a Bologna per averlo in condizioni almeno sufficienti nel derby.
E un Miccoli fisicamente sufficiente, in casa, è determinante, in trasferta non in egual misura. Fermo restando che Dybala non può essere la seconda scelta e che il suo furore sarà certamente utile alla causa, a gennaio una casella sicura da riempire è quella di un attaccante che possa fare il titolare e con caratteristiche che gli consentano di coesistere con MiccoliLa seconda considerazione riguarda Ilicic. Non è e non sarà mai determinante come Pastore, per uscire da un equivoco che può solo fargli del male, però è giocatore che può essere determinante.
Il problema è quante volte ciò accade nel corso di un anno per poterne misurare il rapporto costo/beneficio. Quante volte, cioè, si gioca con un uomo in meno e quante volte la sua presenza è un valore aggiunto.
Certo è che con Gasperini poche volte Ilicic è sceso sotto la sufficienza anche se determinante non lo è stato mai. Il derby può essere una nuova alba sia per motivi psicologici che tattici. Sbloccarsi davanti ad un pubblico che spesso lo ha fischiato non potrà che determinare effetti positivi, ma cosa più importante, senza proclami, Gasperini sta avviando anche una variazione alle abitudini dello sloveno. Ilicic è uno che ha bisogno di spazi larghi per potere sfruttare la sua progressione, arretrarlo di qualche metro e consentirgli di giocare guardando la porta può determinare una concreta e redditiva trasformazione.
L’ultima dedica per Benussi. Non ha sbagliato nulla, è stato determinante nella prima punizione di Lodi, ha dato sicurezza alla difesa. Cosa chiedere di più ad un portiere specie se il suo concorrente troppe volte ha lasciato a desiderare? Benussi merita la riconferma a San Siro e sarebbe un’giustizia negargliela.