PALERMO, 23 NOVEMBRE – Due anni fa, sempre a novembre, Nicola Zito, appena insediato al vertice della Questura di Palermo, è chiamato a gestire l’ordine pubblico nel primo derby giocato al Barbera aperto ai tifosi catanesi dopo la morte dell’ispettore Filippo Raciti avvenuta nel 2007.
Due anni dopo ancora derby, a pochi giorni dalla condanna definitiva di Speziale e Micale proprio per quell’omicidio e anche dopo il discutibile gesto del giocatore etneo del Cosenza, Pietro Arcidiacono che per aver mostrato dopo il gol una maglietta con la scritta “Speziale innocente” è stato condannato a tre anni di daspo.
Questore Zito, come vi preparate al derby di sabato sera?
“Come ha ricordato, nel 2010 io ero arrivato da pochi giorni da Livorno, una città con una tifoseria molto calda e una curva molta vicina alla squadra. E anche qui a Palermo decisi di utilizzare il nuovo modulo di controllo basato sull’assenza di agenti all’interno dello stadio, per rendere anche visivamente evidente che si tratta di incontri di sport. Decisi di aprire ai tifosi catanesi, con le limitazioni dovute ai gravissimi fatti del 2007, e tutto andò bene”.
E domani?
“C’è una diversa situazione di classifica delle due squadre ma sono pienamente convinto che come sempre prevarrà lo spirito della sana competizione. Con la giusta contrapposizione fra i tifosi delle due squadre ma senza alcuna differenza con le altre partite. Abbiamo previsto un piano di accoglienza che consentirà a circa 600 tifosi rossazzurri di seguire la loro squadra dal settore ospiti, percorsi differenziati, i giusti controlli, maggiore presenza di steward ma nulla di particolare. Approfitto anzi di si24.it per lanciare un messaggio rassicurante a tutti i tifosi: vengano allo stadio in tutta tranquillità e naturalmente, anche se io tifo per il Palermo, vinca il migliore”.
Un suo giudizio sulla tifoseria palermitana?
“Non può che essere più che positivo. In due anni tutto si è sempre svolto nella massima tranquillità, ciò ha anche consentito di impegnare meno personale nel servizio allo stadio ed utilizzarlo per compiti più utili per i cittadini, per il controllo del territorio, la sicurezza della città. E’ chiaro, infatti, che chi commette atti di violenza attorno ad un evento sportivo diventa anche responsabile del fatto che il territorio nei giorni successivi risente del dispendio di uomini e mezzi durante la partita. Una tifoseria responsabile, insomma, ci consente di lavorare in ambiti più importanti per la città e dà così una mano alla sicurezza di tutti”.
Notazione del cronista: in quel novembre del 2010 il Palermo vinse 3-1 grazie ad una tripletta di Pastore. Che Miccoli lo tenga a mente…