Apriamola, questa finestra sulla città. Apriamola bene e teniamola sempre aperta. Perché, diciamocelo, in fondo un quotidiano online è una nuova finestra sulla città. E per affacciarti devi solo accendere il computer, poggiare un dito sul telefonino, sul tablet. E guardare. Puntare gli occhi e l’attenzione su quello che più ti interessa.
E a noi imprenditori, l’attenzione cade sempre sullo stato di salute di questo territorio e della sua economia.
Parlare oggi di Palermo e delle sue nevralgie rischia di essere un rito stanco e vuoto. La vera sfida invece è parlare di Palermo e delle sue prospettive. Lo sviluppo non è una lontana chimera, lo sviluppo possiamo già costruirlo domani, anzi oggi.
Ed eccoci, allora, parliamo di sviluppo. E della strada per prepararlo il rilancio. Ma parliamo chiaro, non facciamoci complimenti, non usiamo le parole con le presine per evitare di scottarci.
Se vogliamo lo sviluppo dobbiamo avere il coraggio di un cambiamento di rotta. Una trasformazione non può avvenire se non lungo il solco scavato da alcune priorità fondamentali. La prima è la sacralità del valore dell’impresa privata, del valore dell’imprenditore e del lavoro e dei lavoratori dell’impresa privata. Nelle priorità dell’agenda politico-amministrativa è tempo che si torni alla centralità dell’impresa privata. Che garantisce il risultato e l’efficienza, sempre.
È sulla produzione privata che bisogna puntare per produrre ricchezza. Sull’impresa e sui suoi lavoratori, che sono sempre la prima necessaria risorsa dell’imprenditore. Non dimentichiamo mai che solo grazie ai lavoratori e all’impresa privata si crea il circolo virtuoso legato all’aumento della produzione, e perciò dell’occupazione. Il valore dell’impresa è un postulato.
Gli altri sono il rispetto imprescindibile dei principi di legalità, l’esaltazione dei giovani, la rivitalizzazione del tessuto industriale.
Tutto questo vuol dire crescita, vuol dire benessere.
*Presidente di Confindustria Palermo