C’è sempre un filo di soddisfazione quando vede la luce un progetto che per mesi ha consumato i nostri giorni e le nostre notti. Una soddisfazione che da oggi speriamo di poter condividere con coloro i quali cercano risposte ma soprattutto sono disponibili a farsi domande.
La prima che da siciliani ci sorge spontanea riguarda il futuro della nostra Regione che racchiude tutti i maxi problemi delle nostre città.
Noi non crediamo ai supereroi pur ritenendo eroica la missione di chiunque si occupi della gestione della cosa pubblica. Troppo pesante è l’eredità per restituire d’un colpo ai cittadini la necessaria coesione sociale, eccessivo lo scollamento della politica con le comunità, sproporzionate le esigenze dei territori rispetto alla disponibilità finanziaria.
Ma condividere una nuova alba è possibile, combattere e sconfiggere lo spreco, questo sì. E non sarebbe cosa da poco, si può e si deve abbattere la barriera non più ideologica ma di interesse parziale che separa gli uomini di buona volontà che abitano a destra quanto a sinistra. Si può e si deve restituire all’Istituzione – qualunque essa sia – l’autorevolezza perduta in anni in cui il rigore morale ha avuto un connotato un po’ vintage.
Il nome della nostra testata contiene in sé il lato positivo del vivere quotidiano. Noi vogliamo dire SI, un si che è senso di partecipazione e di confronto, un simbolo di apertura al nuovo, di attenzione alla vita pubblica. Vogliamo dire si al dovere e alla responsabilità di informare senza preconcetti e pregiudizi.
Il nostro è un SI che idealmente, 24 ore su 24, ci fa essere cittadini attivi e quindi osservatori critici di ciò che accade, promotori dei fattori positivi della nostra terra, consapevoli che ogni azione in tale direzione può essere stimolo per la nostra economia. Un SI che è figlio della ragione e non dell’ottimismo di facciata che ha invaso il nostro recente passato deturpandone ogni connotato.
E la ragione oggi ci suggerisce di aprire uno spazio che è come una chiesa o sede di partito, un circolo o un centro sportivo. Un luogo – per quanto virtuale – di accoglienza e scambio di idee.
Questo è il nostro desiderio. Uno spazio in cui i fatti saranno rigidamente separati dalle opinioni, le nostre e le vostre che peseranno uguale. Questa è la nostra promessa. Desiderio e promessa che insieme costituiscono la carta costituzionale del nostro giornale.
In una società che spesso sembra uno stadio (o sarà viceversa?) ci piace essere sportivi più che tifosi, parlare chiaro più che urlare. E nonostante tanti segnali di segno opposto abbiamo la certezza di non essere da soli.
Per questo coltiviamo la speranza che il nostro impegno, giorno dopo giorno, possa trovare il conforto del vostro gradimento, unico e solo potere con cui dovere fare i conti.
http://www.youtube.com/watch?v=AgJWhr6OZ9M