Dopo 50 minuti di colloquio, i presidenti del Senato e della Camera, Piero Grasso e Laura Boldrini, hanno deciso: la legge elettorale passa all’esame della Camera, le riforme costituzionali a quello del Senato.
“I presidenti Grasso e Boldrini, nel definire l’intesa sul passaggio della materia elettorale alla Camera dei deputati”, si legge in una note congiunta “hanno allo stesso tempo convenuto sull’esigenza, anche ai fini di un’equilibrata condivisione dell’impegno riformatore, che il Senato abbia la priorità nell’esame dei progetti di legge di riforma costituzionale già presentati e preannunciati, in particolare quelli concernenti il superamento del bicameralismo paritario e per l’avvio di un più moderno ed efficiente bicameralismo differenziato”.
Se Pd, Sel e Movimento 5 Stelle si sono trovati per una volta d’accordo, i malumori salgono stavolta da alfaniani, montiani e popolari che volevano l’iter in Senato. I più agguerriti sono gli alfaniani, con la minaccia di Gaetano Quaglieriello: senza un’intesa potrebbe esserci il rischio di una crisi di governo.