Il tour elettorale di Gianni Pittella, che contende a Renzi, Cuperlo e Civati la carica di segretario nazionale del Partito Democratico, è sbarcato a Palermo. Una tappa importante per il candidato subito presentatosi come baluardo del mezzogiorno in questa tenzone elettorale che sta scatenando le correnti interne al partito.
Un partito che, a detta dello stesso Pittella, “deve iniziare a dare delle risposte ai propri elettori. Deve diventare un partito autenticamente riformista che sposa i problemi della gente”. Risposte che non si danno, secondo il pensiero del primo vicepresidente del Parlamento Europeo, tramite le larghe intese. “La stagione delle larghe intese – dice Pittella – prima finisce e meglio è. Il governo Letta è troppo subissato dai tentativi di scaricare sulle istituzioni i problemi giudiziari di Berlusconi. Il governo deve dare prova di vita e di concretezza rispetto ai provvedimenti che fa, la proposta di legge di stabilità è una camomilla neanche troppo riscaldata”.
Chiusura netta, dunque, totale, alla Große Koalition all’italiana, e “se il governo avrà la forza di mettersi al riparo dalle schegge impazzite del centrodestra bene, altrimenti meglio concludere questa fase – continua il candidato alla segreteria – fare la riforma elettorale e tornare al voto. Non possiamo permetterci di andare a votare col Porcellum, su cui anche il Pd deve fare autocritica, perché non ha contestato fino in fondo e con l’asprezza necessaria una legge liberticida, che ha privato il cittadino del diritto di scegliere il proprio senatore e il proprio deputato”. A questo proposito, conclude Pittella, “serve una legge nuova, che preservi l’impianto bipolare del Paese, questo è quello che dobbiamo realizzare, che dobbiamo fare con maggiore determinazione, maggiore tenacia, perché da questo dipende la ripresa di fiducia della politica in Italia”.
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