E’ un chiaro segno dell’affermazione dello Stato quello dato oggi a Corleone: la strada dove abita la famiglia del boss Totò Riina cambia nome ed è intitolata a Cesare Terranova, il giudice ucciso insieme al maresciallo Lenin Mancuso, il 25 settembre 1979 perché per primo cominciò a indagare sull’attività mafiosa dei corleonesi.
L’iniziativa è nata dalla volontà dei commissari straordinari che reggono il comune di Corleone sciolto per infiltrazioni mafiose lo scorso agosto, i viceprefetti Giovanna Termini e Rosanna Mallemi, il funzionario Maria Cacciola, sostenute dal prefetto di Palermo, Antonella De Miro.
In un paese che a breve sarà chiamato alle urne, la continua conferma della presenza dello Stato rappresenta un fermo passo avanti nella lotta contro la mafia, dove, anche se ormai i simboli di un tempo della stessa mafia sembrano destinati a cadere nell’oblio in favore di nuove e potenti organizzazioni criminali, è più che mai necessario non abbassare la guardia.
Azioni volte alla sanificazione del territorio, come il cambio di nome dell’asilo nido del paese, dedicato a Caterina e Nadia Nencioni, le due bambine vittime di Cosa nostra, morte nella strage di Via dei Georgofili a Firenze del 27 maggio 1993.