I sindacati italiani si scatenano contro la Manovra del Governo, “pur rappresentando una prima inversione di tendenza” rispetto all’austerity, dicono, “mostra elementi di inadeguatezza ed è carente di una visione del Paese e di un disegno strategico capace di ricomporre e rilanciare le politiche per lo sviluppo sostenibile e il lavoro”. Da questo giudizio di Cgil Cisl e Uil parte il documento, sul tavolo degli esecutivi unitari che si tengono oggi, con le proposte per la legge di bilancio: da crescita e occupazione a riforma fiscale, pensioni e Pa. Su queste basi, dicono i sindacati, “intendiamo aprire il confronto” con il Governo.
Manovra, sindacati: “È carente su sviluppo e lavoro”
Nella Manovra “mancano le risorse per gli investimenti – specificano i tre sindacati -, si preannunciano ulteriori tagli e si introducono misure che non determinano creazione di lavoro, ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza“.
Dopo le segreterie unitarie riunite nelle scorse settimane, i tre sindacati presentano alla riunione degli esecutivi unitari con i rispettivi leader il documento che “contiene le proposte che Cgil, Cisl e Uil intendono presentare per la prossima legge di bilancio, che verranno arricchite e discusse con i lavoratori, le lavoratrici, le pensionate e i pensionati in tante assemblee nei luoghi di lavoro e negli attivi unitari in tutti i territori”. E ancora: “su questa base intendiamo aprire il confronto con il Governo sostenendo le nostre proposte, anche con le forme e gli strumenti propri dell’esperienza sindacale”.
Il lavoro è dunque l’argomento principale. Cgil Cisl e Uil “vogliono un Paese che costruisce il proprio futuro e lo rappresenta a partire dal lavoro, libero, dignitoso e di qualità, si basa su un sistema virtuoso di convivenza, rispettoso delle necessità e dei bisogni delle persone, in un’ottica di reciprocità, chiave di volta per una reale integrazione”. Pera raggiungere tutto ciò, però, è necessario che ci sia “una buona politica di accoglienza, mettendoci al riparo da possibili degenerazioni razziste e xenofobe di cui l’Italia non ha certo bisogno”..
Attacco dei sindacati anche sul versante fiscale. I provvedimenti annunciati dal governo “sono iniqui e sbagliati -sostengono Cgil, Cisl e Uil nel documento -: si sceglie di introdurre un nuovo condono premiando gli evasori e non si riduce l’eccessiva pressione fiscale per i lavoratori e per i pensionati, non si prevedono né una maggiore progressività delle imposte né interventi sui patrimoni dei più ricchi e non si programma un deciso contrasto all’evasione”. Parole dure anche per la flat tax, ritenuta “una risposta sbagliata ed iniqua”.
Secondo i sindacati, la Manovra “non risponde alle esigenze dei lavoratori e dei pensionati. L’equità del sistema e la lotta all’evasione non si realizzano riproponendo il sistema dei condoni”. Cgil, Cisl e Uil rintengono invece necessaria “una riforma complessiva del sistema nel nome dell’equità e della progressività”, pertanto chiedono di aumentare “significativamente le detrazioni” per i redditi da lavoro dipendente e da pensione e di riconoscere un credito d’imposta anche agli incapienti; di ridefinire le aliquote Irpef e le basi imponibili “rafforzando la progressività prevista dalla Costituzione per tutte le tipologie di reddito”; di introdurre un nuovo assegno familiare universale, riunendo in un solo istituto l’attuale assegno al nucleo familiare e le detrazioni per familiari a carico.
Oltre alle proposte sul fisco e la lotta all’evasione, i sindacati propongono di estendere il meccanismo della ritenuta alla fonte anche per i redditi da lavoro autonomo; di rendere tracciabili tutti i pagamenti, utilizzando la moneta elettronica e portando a 1.000 euro il limite per il pagamento in contanti; di varare “una regola d’oro” secondo la quale i redditi dichiarati vengano controllati “almeno una volta ogni 5 anni”.
Infine, Cgil Cisl e Uil ritengono “positiva l’apertura di una base di confronto su quota 100“, ma nella manovra “manca qualunque riferimento alla pensione di garanzia per i giovani, agli interventi in favore delle donne, ai lavoratori precoci e lavori gravosi e alla separazione tra previdenza e assistenza”.
Per i sindacati quota 100 è “una strada utile sapendo che da sola non risponde appieno alle esigenze di molti” e “non deve penalizzare i lavoratori sul calcolo, né avere altri vincoli o condizioni d’accesso”. In quanto alla previdenza, chiedono che siano sufficienti 41 anni di contributi per andare in pensione a prescindere dall’età e che il lavoro di cura non retribuito venga riconosciuto anche a livello previdenziale.
Attenzione anche alle donne e i giovani. Per le prime, i sindacati chiedono il riconoscimento di dodici mesi di anticipo per ogni figlio. Per i giovani, insistono sulla creazione di una pensione contributiva di garanzia, che valorizzi anche i periodi di discontinuità lavorativa, di formazione, di basse retribuzioni nell’ottica di assicurare nel futuro un assegno “dignitoso”. Tra le altre proposte inserite da Cgil, Cisl e Uil nel documento per la modifica della legge di bilancio, quella di eliminare l’attuale meccanismo automatico di adeguamento all’aspettativa di vita; di garantire il ripristino dal primo gennaio 2019 della piena rivalutazione delle pensioni, come previsto dall’attuale normativa; di rilanciare anche fiscalmente le adesioni alle previdenza complementare.