“Nonostante le pressioni, interne ed esterne, che abbiamo subito, abbiamo messo a disposizione della collettività atti che tanti cittadini nel corso degli anni hanno richiesto all’Amministrazione, vedendosi sempre sbattere portoni in faccia”. Sono queste le parole “choc” pronunciate in Aula alla Camera dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, sulla pubblicazione dei contratti di concessione delle autostrade.
Quando il ministro delle infrastrutture ha ribadito di aver subito “pressioni, interne ed esterne”, NcI, FI, e Pd hanno chiesto al ministro di “fare i nomi” e di inviare “il resoconto del verbale dell’Aula” alla magistratura. Il presidente Roberto Fico ha però spiegato che i “verbali sono pubblici”: “Se ci saranno avvisi da parte della magistratura, li potrà richiedere tranquillamente”.
Toninelli e le “pressioni” sul ponte crolla, caos in Aula
“Il ministro Toninelli ha detto cose gravissime. Dica i nomi di chi ha fatto pressioni nei confronti del governo commettendo un reato. Questa si chiama trasparenza”, ha detto Ettore Rosato del Pd rivolto al presidente Roberto Fico. “Il ministro Toninelli ha detto in Aula cose enormi. Cose di cui probabilmente non capisce fino in fondo il significato. Quella di Genova non è una favoletta ma una tragedia. E la gestiscono come fossero al Bar dello Sport”, ha quindi aggiunto su Twitter Matteo Renzi.
Toninelli ha però toccato diversi temi, su tutti quello della ricostruzione: “Autostrade per l’Italia non ricostruirà il ponte crollato a Genova. D’ora in avanti tutti i concessionari, pubblici o privati che siano, saranno vincolati a reinvestire gran parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture che hanno ricevuto in concessione poiché l’infrastruttura non è una rendita finanziaria, ma un bene pubblico del Paese”.
Ponte crollate, ecco chi li ricostruirà
“È giunto il momento di fare i nomi e i cognomi dei responsabili di questo gigantesco regalo della cosa pubblica ai privati: questo banchetto è iniziato sotto i governi di Prodi e D’Alema negli anni 90. Il 1999 è l’anno della privatizzazione delle autostrade costruite con soldi pubblici e già quasi interamente ripagate; erano gli anni in cui lo Stato avrebbe potuto incominciare a trarre utili per lo sviluppo del Paese, guadagni che sono stati trasferiti ai privati“, ha sottolineato riferendosi agli accordi con il gruppo Benetton.
Nel 2006-2007 “è stata stipulata ancora sotto il Governo Prodi l’attuale convezione che regola i rapporti tra lo Stato e i concessionari”. “A conferma dell’affinità tra i governi di Centrosinistra e Centrodestra, che come Movimento Cinque Stelle abbiamo sempre denunciato, questa convenzione è stata poi blindata definitivamente addirittura con una legge dello Stato dal successivo Governo Berlusconi nel 2008 – continua Toninelli – Così sono stati messi in cassaforte i privilegi dei concessionari privati. La continuità non si ferma a Prodi e Berlusconi, ma è proseguita fino ai Governi Renzi e Gentiloni”, ha detto il ministro.
“Dovete infatti sapere che i concessionari non guadagnano solo dai pedaggi ma anche dai lavori sulle infrastrutture in gestione. Non mi stupisce, quindi, che nell’ultima legge di bilancio dello scorso dicembre sia stata inserita la norma scandalosa votata dal Partito democratico e dai suoi alleati con cui le concessionarie hanno ottenuto un ulteriore bottino: la quota di lavori che può essere effettuata direttamente dalle società che fanno capo al concessionario, senza essere affidati ad altre imprese, è passata dal venti al quaranta percento”.