Sospeso fino al 27 luglio lo sgombero del Camping River, il campo nomadi in via di chiusura a Roma. Lo ha deciso la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, chiedendo anche alle istituzioni di indicare le soluzioni di alloggio alternative al campo. Il Campidoglio fa sapere che sta già producendo tutta la documentazione necessaria “in cui si certificano le numerose e reiterate offerte alloggiative, di inclusione abitativa e lavorativa fatte a tutti gli abitanti”.
Corte Europea, sospeso sgombero del campo nomadi di Roma
La decisione della Corte Europea, già annunciata dall’Associazione 21 Luglio e confermata dal Campidoglio, è arrivata in seguito al ricorso presentato da tre abitanti del campo. A seguito di un’ordinanza sindacale, si attendeva lo sgombero definitivo, ma già precedentemente erano state avviate azioni per la liberazione della zona, tra cui la rimozione di moduli abitativi comunali, provvedimento che aveva suscitato diverse polemiche.
Lo sgombero “era previsto per oggi, ovvero 48 ore dopo la notifica agli abitanti dell’ordinanza firmata dalla sindaca Raggi”, ha precisato l’Associazione 21 Luglio, ma “dal 21 luglio – ricorda il presidente Carlo Stasolla – era già iniziata la distruzione di 50 moduli abitativi di proprietà del Comune. Una soluzione lesiva dei diritti degli abitanti, che però non si sono allontanati dal campo”.
“Le tre persone rom ricorrenti hanno vissuto per alcuni anni nell’insediamento di Camping River in cui attualmente risiedono circa 300 persone, esclusivamente rom, segregate su base etnica e i cui diritti umani sono stati ripetutamente violati“, ha precisato l’associazione che “accoglie con grande soddisfazione la decisione della Corte Europea e auspica che il Comune di Roma possa coglierne l’importanza per una profonda revisione del ‘Piano rom’ e per avviare una rinnovata e genuina consultazione con le persone dell’insediamento”.
Da suo canto, il Campidoglio fa sapere che “sta offrendo da oltre un anno ai residenti del Camping River un ampio ventaglio di possibilità e strumenti: dal sostegno alla ricerca di una casa e di un lavoro ai rientri (nei paesi di origine, ndr) volontari assistiti. La possibilità di accedere a queste misure è stata estesa in via straordinaria fino al 30 settembre, cioè anche successivamente alla data di scadenza dell’ordinanza sindacale, con l’obiettivo di assicurare una costante tutela dei diritti umani”.