“Il decreto Dignità massacra l’Italia produttiva ed è la dimostrazione che Luigi Di Maio non conosce nulla del mondo del lavoro. È giovane solo anagraficamente, politicamente risulta vecchissimo”. Sono queste le parole di critica al ministro del Lavoro, rilasciate da Silvio Berlusconi a Il Giornale. Il leader di Forza Italia ha poi rivolto l’attenzione su Matteo Salvini: “Il suo errore è che continua ad agire come se fosse in campagna elettorale, invece di governare”.
Dl Dignità, Berlusconi: “Di Maio non conosce il lavoro”
Silvio Berlusconi attacca l’operato del Governo, soprattutto sul lavoro. Per il leader di Forza Italia, sia Luigi Di Maio che Matteo Salvini creano confusione. “L‘azione del Governo nazionale è confusa e contraddittoria – ha detto Berlusconi, intervenendo telefonicamente agli stati generali di Forza Italia a Pescara -, ci sono provvedimenti dannosi sia per le aziende sia per i lavoratori”.
“Con questo provvedimento – ha specificato, riferendosi al decreto Dignità – i Cinque Stelle confermano non solo di essere del tutto inadatti e incapaci di governare, ma anche di essere prigionieri delle vecchie ideologie della sinistra, che anche la sinistra ha ormai abbandonato. Quindi di tutto l’Italia avrebbe bisogno meno che di politiche veterocomuniste, pauperiste, giustizialiste, illiberali, che già stanno dando effetti preoccupanti”.
Il leader azzurro è quindi deciso a contrastare la linea intrapresa dal governo gialloverde. “Forza Italia – ha proseguito Berlusconi – combatterà una dura battaglia in Parlamento sui temi economici e del lavoro, speriamo con tutto l’aiuto del centrodestra di riuscire a correggere la rotta di questo esecutivo”.
Berlusconi, infine, parla di un altro tema scottante, quello della Giustizia. “Per noi è importantissimo il provvedimento sulla non appellabilità delle sentenze di assoluzione. Se una persona è stata trovata innocente e assolta, basta. Il processo è finito”. Punta quindi ad un cambiamento. “Serve una riforma della giustizia – precisa il leader di Forza Italia – per assicurare il diritto ai cittadini a un giusto processo, cioè la differenziazione tra i giudici e i pm, una nuova disciplina delle intercettazioni, del diritto alla difesa, della custodia preventiva e cioè non si va più in galera senza un processo e una condanna se non per reati violenti, introduzione dell’istituto della cauzione come in America e poi tempi dei processi entro la media europea: ci vogliono 1120 giorni per una sentenza di primo grado, in Olanda 98 giorni. Non pretendiamo questo, ma almeno di restare dentro la media europea”.