I tentativi di trivellare il cunicolo a circa 200 metri dai ragazzi intrappolati nella grotta di Tham Luang sono falliti. Lo riporta l’inviato del Guardian nel luogo dell’incidente. Sembra che a questo punto le uniche vie d’uscita siano le gallerie della grotta che, però, sono in parte allagate.
Un raggio di speranza illuminava le oscurità della grotta di Tham Lung, in Thailandia, dove si trovano ancora intrappolati 12 ragazzi. I soccorritori credevano di aver individuato un cunicolo largo circa un metro che conduce a circa 150-200 metri dal punto dove si trovano gli studenti: “Le possibilità di avvicinarsi sono parecchio alte”, ha detto il capo degli ingegneri. Certamente una soluzione più agevole rispetto a quella “subacquea”.
Ci prova anche Elon Musk, amministratore delegato di Tesla, che offre il suo aiuto alle autorità thailandesi impegnate nel salvataggio con l’invio di ingegneri “per vedere se possiamo essere d’aiuto al governo”. Tra le ipotesi al vaglio dal team di esperti c’è quella di inserire un tubo di nylon e di riempirlo di aria, “come un castello gonfiabile“, per creare una sorta di tunnel sottomarino.
Si allungano quindi i tempi di attesa di una conferenza stampa in cui parlerà il ministro dell’Interno, Anupong Paochinda, che intanto è volato al campo base nella zona in cui si stanno svolgendo le operazioni di soccorso. La proposta era stata annunciata quattro ore fa, ma è stata rimandata di mezz’ora in mezz’ora.
Thailandia, il dramma durante il salvataggio
Ma c’è anche la tragedia nella tragedia. Uno dei Navy Seals è morto per mancanza di ossigeno, ha annunciato il portavoce delle operazioni di soccorso. L’uomo, che aveva 38 anni, ha perso conoscenza sulla via del ritorno, e i tentativi di farlo rianimare sono falliti.
Intanto il livello minimo di ossigeno per la sopravvivenza scende al 19%. Si continua quindi a lavorare senza sosta nella posa di un tubo lungo quasi cinque chilometri che possa immettere ossigeno nella cavità dove sono prigionieri i giovani calciatori.
Le strategie dei soccorritori
Sono necessarie 11 ore per compiere il tragitto di andata e ritorno tra l’entrata della grotta Tham Luang e il punto dove i giovani calciatori e il loro allenatore sono bloccati da ormai dodici giorni. In particolare, mentre il primo tratto consente ormai di camminare con i piedi nell’acqua, l’ultimo chilometro abbondante tra la terza base intermedia e i ragazzi, viene percorso in circa tre ore.
Essendo pressocché improbabile che l’intero percorso venga liberato dall’acqua prima del weekend, all’esterno della grotta altre squadre di soccorritori continuano a perlustrare la giungla sulle pendici della montagna, nella speranza di individuare un’entrata alternativa dalla quale possano essere fatti uscire i ragazzi.
Molti dei ragazzi, tra gli 11 e i 16 anni, non sanno nuotare e i subacquei stanno insegnando loro i rudimenti del diving. Ma la notizia della morte di uno dei soccorritori, tende a mettere in discussione il fatto che sia questa la soluzione corretta per compiere il salvataggio.
Foto da Twitter.