Al termine del vertice a Palazzo Chigi convocato dal premier Conte con i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini, da fonti del governo si apprende che la delega delle Telecomunicazioni, facente capo al Ministero dello sviluppo economico, andrà al Movimento 5 Stelle. Il titolare della delega potrebbe essere lo stesso vice premier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio.
“Sottogoverno”, delega delle Telecomunicazioni a M5S
È durato circa quattro ore l’incontro a Palazzo Chigi per fare il punto sulle nomine dei viceministri e dei sottosegretari del governo, ma sul tavolo della discussione è inevitabilmente finito anche il caso Aquarius. “È chiaro – ha spiegato Di Maio ai cronisti lasciando il Palazzo – che abbiamo dovuto subito convertire la riunione in emergenza”.
Ancora da districare la matassa del sottogoverno. Il vice premier Di Maio propone di cominciare da sottosegretari e viceministri per poi passare alle deleghe. Tutto in discussione mentre i tempi si allungano in attesa del rientro a Roma del presidente del Consiglio e di un accordo definito tra gli azionisti politici del nuovo governo. Sono 43 i posti da spartirsi in un minuzioso gioco di alternanze tra Lega e Movimento 5 Stelle. Oltre a sottosegretari e viceministri, sono da assegnare le 28 commissioni permanenti, le bicamerali come la Vigilanza Rai e il Copasir, sul quale – dice il vice premier – “decide il Parlamento, non sono nomine governative”.
Dalle Camere arriva qualche lamentela. “Aspettiamo il governo alla prova dei fatti. Intanto, dopo sette giorni dall’ insediamento mancano ancora i viceministri e i sottosegretari – protesta Anna Maria Bernini, capogruppo Fi al Senato – senza i quali non sarà possibile avviare il lavoro nelle commissioni”.
Mentre le decisioni definitive slittano alla prossima settimana, qualche indiscrezione comincia a trapelare. Sembra che il ministro degli Interni e vice premier, Matteo Salvini, abbia fatto capire di volersi portare al Viminale il deputato leghista Nicola Molteni. “Un parlamentare – ha detto – che, se tutto andrà come andrà, mi darà una mano nell’esecutivo”. Da altre indiscrezioni emerge il nome di un altro deputato leghista, Massimo Garavaglia, come viceministro al Mef, ruolo che i 5 Stelle vorrebbero attribuire alla deputata piemontese Laura Castelli.
Ancora in atto la contesa sui fondi europei per il Mezzogiorno tra Barbara Lezzi e Paolo Savona, che vorrebbe inglobarli nel suo dicastero. Il nodo rimane ben stretto, anche dopo l’intervento di Di Maio intenzionato ad affidare a Lezzi la responsabilità di vigilare affinche i fondi non vengano dispersi. “I fondi per la coesione territoriale sono fondi che quando riguarderanno il Mezzogiorno saranno gestiti dal ministro del Sud – aveva detto -. Quel ministero ha la delega per la Coesione territoriale”.
Rimane alta l’attenzione sulle deleghe di Tv ed editoria. I 5 Stelle vorrebbero affidare la gestione dell’editoria ad un loro esponente tra Emilio Carelli e il senatore Primo Di Nicola, mentre Di Maio vorrebbe tenere per sé le Telecomunicazioni.
Non si sa quanto la Lega sia disposta a cedere. Intanto in Parlamento, la Vigilanza Rai andrà a Fi, che propone Paolo Romani, Maurizio Gasparri e Renato Schifani. Altra delega discussa è quella sui servizi. Il premier Conte ha annunciato di volerla tenere ma la delega continua a far gola al M5S che punta sul senatore Vito Crimi.
È polemica sulla presidenza del Copasir, generalmente affidato all’opposizione. Il Partito Democratico vorrebbe affidarla a Lorenzo Guerini ma il Movimento 5 Stelle e la Lega guardano, ancora con indecisione, a Fi, il partito che non ha votato contro la fiducia al governo ma si è astenuto.