L’Austria chiude le moschee, Salvini: “No all’estremismo”

di Redazione

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L’Austria chiude le moschee, Salvini: “No all’estremismo”

| venerdì 08 Giugno 2018 - 11:10

Mano pesante del governo di Vienna contro la comunità islamica. Come hanno spiegato il cancelliere Sebastian Kurz e il ministro degli Interni Herbert Kickl, è stata ordinata la chiusura di 7 moschee e l’imminente espulsione di alcuni imam. I capi religiosi dell’associazione Atib sono accusati di finanziamenti illeciti dall’estero e di violazione della legge austriaca sull’islam. Salvini è d’accordo con la decisione austriaca ma la Turchia attacca: “È razzismo contro gli islamici“.

Il plauso di Salvini alla decisione dell’Austria

“Credo nella libertà di culto – scrive su Twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini dopo l’annuncio dell’Austria -, non nell’estremismo religioso. Chi usa la propria fede per mettere a rischio la sicurezza di un paese va allontanato“. E aggiunge: “Spero già la prossima settimana di incontrare il collega ministro austriaco per confrontarci su linee d’azione”.

La Turchia attacca: “Decisione razzista”

La chiusura delle moschee in Austria e l’espulsione degli imam “è il frutto dell’ondata anti-islamica, razzista, discriminatoria e populista” nel Paese, ha detto su Twitter Ibrahim Kalin, portavoce di Recep Tayyp Erdogan, che accusa il governo di Vienna di voler “trarre vantaggi politici colpendo le comunità musulmane”.

Austria, la mano pesante contro i predicatori d’odio

Inoltre una quarantina di imam dell’Atib, Unione turco-islamica per le collaborazione culturale e sociale in Austria, rischia di perdere i loro permessi di soggiorno. La chiusura riguarda quattro moschee a Vienna, due in Alta Austria e una in Carinzia. La chiusura avviene con decreto dell’ufficio della cancelleria competente per le questioni religiose e non è appellabile.

Come ha ribadito il cancelliere Kurz (Oevp) “in Austria non c’è spazio per società parallele e radicalizzazioni”. Il vice cancelliere della Fpoe Heinz-Christian Strache ha aggiunto che “non tolleriamo predicatori dell’odio che agiscono in nome della religione”.

 

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