Dopo Giuseppe Conte, potrebbe essere Carlo Cottarelli la nuova “meteora” politica di queste drammatiche ore. Dopo aver ricevuto l’incarico di formare il governo dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Premier incaricato è giunto al Quirinale per presentare la lista dei ministri, ma dopo alcuni minuti di consultazione ha misteriosamente lasciato il Colle per fare rientro alla Camera. Il presidente Mattarella incontrerà nuovamente Cottarelli domattina. L’economista aveva spiegato ieri che si sarebbe presentato in Parlamento con un programma che porti l’Italia al voto nel 2019, dopo il sì alla Legge di Bilancio, se avrà la fiducia; o ‘dopo agosto’ se non l’avrà. Ma a questo punto tutto torna in discussione e si parla con sempre maggiore insistenza di un voto per il 29 luglio.
“Carlo Cottarelli ha semplicemente bisogno di più tempo per approfondire alcuni nodi legati alla lista e nessuno ha parlato di rinuncia all’incarico”. Lo rendono noto fonti del Quirinale. “Stiamo approfondendo alcune questioni sulla lista dei ministri, ma non ci vorrà molto”, ha poi confermato Carlo Cottarelli entrando alla Camera.
I numeri in Parlamento
Sulla carta comunque Cottarelli non avrebbe i numeri in Parlamento mentre Salvini avverte Berlusconi: ‘Se voterà la fiducia al nuovo governo, addio all’alleanza’ e dalle ultime dichiarazioni del Cavaliere, FI voterà no alla fiducia. Intanto il Pd va verso l’astensione sulla fiducia a Mattarella: “Il Pd – dice Maurizio Martina – sostiene con piena convinzione l’operato del Presidente Mattarella e la scelta di varare un Governo neutrale che porti alle elezioni anticipate. E proprio per rispettare il carattere di neutralità politica del Governo credo che sia opportuno che il PD si astenga sul voto di fiducia. Convocheremo a breve e prima della fiducia la Direzione nazionale e lì decideremo”. Mentre Grillo dal suo blog vede gli italiani ‘avviliti’ perché i mercati parlano per loro.
Salvini: “Ci alleeremo con chi ha il nostro stesso programma”
“Non vorrei rompere le scatole agli italiani almeno nel mese di agosto. La cosa certa è che non possiamo avere un governo fantasma che magari aumenta l’Iva e aumenta le tasse sulla benzina e che poi se ne va indisturbato dopo 3-4 mesi. Da questo punto di vista prima è meglio è, sperando che non si voti a Ferragosto”, ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini.
Il contratto di governo Lega-M5S non prevede l’uscita dall’euro, diceva questa mattina Salvini. “Nel contratto non c’è l’uscita dall’Europa o dall’euro, ma la ridiscussione delle regole europee. Non saremmo andati in Europa a fare casino ma a dire: siamo l’Italia”. Salvini parla anche di legge elettorale: “O la lista o la coalizione, per me va bene qualsiasi legge elettorale, però chi prende un voto in più prende la maggioranza. Con chi ci alleeremo? Dipenderà dai programmi. Ci alleeremo con chi vuole riformare le direttive sulle banche, sulla Bolkenstein, sull’immigrazione, sulle politiche della Bce. A me piacerebbe ricandidare Savona”.
L’economia e il dramma dello spread impazzito
E, contrariamente a quanto molti pensavano, lo spread continua a salire. Stamani, all’apertura, è schizzato a 260 punti, per poi salire a 275 e arrivare a metà mattinata a 300. Lo spread tra Btp e Bund alla fine chiude vicino alla soglia dei 300 punti base, a 290 punti – sugli schermi Bloomberg – con il rendimento del decennale italiano al 3,13%.
L’andamento, dunque, non muta anche se il governo non è gialloverde e se per ministro all’Economia non ci sarà Savona. I commenti e le riflessioni di molti, dunque, si sono sgretolate alla luce dei fatti. La crisi del governo italiano, l’instabilità politica nel suo complesso non possono far bene ai mercati e l’uscita dal tunnel non sembra così vicina.
“Lo spread oggi è schizzato oltre i 300 punti: non accadeva da 4 anni. Il problema non eravamo noi, non era la nostra squadra di ministri, ma l’incertezza che oggi regna sovrana”, sono le parole del leader M5s, Luigi Di Maio, in un post su Fb. Gli fa eco Matteo Salvini che sull’argomento glissa con un “Chiedete a Mattarella. Fosse per me ci sarebbe un governo in carica. Hanno scelto altrimenti per rassicurare i mercati, non mi sembra ci stiano riuscendo…”.
Verso il 2 giungo, la posizione del M5S
“Amiamo la democrazia e la Costituzione. Sabato 2 Giugno non è un giorno qualsiasi per gli italiani, è la Festa della Repubblica. E la nostra piazza non è una piazza contro il Quirinale – si legge in un un post sul blog del M5S – Vogliamo che sia una festa per stare insieme pacificamente, una prosecuzione della parata a cui parteciperanno – si legge ancora – nostri parlamentari e Roberto Fico, presidente della Camera”.