17:58, l’ora della strage di Capaci

di Redazione

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17:58, l’ora della strage di Capaci

| mercoledì 23 Maggio 2018 - 08:09

17:58, 23 maggio 1992. È l’ora del boato, assordante, tremendo, che fa tremare Palermo e l’Italia intera. È l’ora dopo cui nessuno, a Palermo e in tutta Italia, ha più potuto tacere.

17:58, 23 maggio 2018. È l’ora del silenzio, sacro e solenne, che raccoglie Palermo e l’Italia intera. Perché, all’ombra dell’albero di Falcone, tra i presenti di oggi, c’è ogni cittadino italiano che abbia a cuore la Giustizia e lo Stato.

Sono tutti qui, in via Notarbartolo, sotto la casa del giudice che, morendo, li ha resi liberi. Sono tutti qui, in via Notarbartolo, a celebrare in silenzio tutte le urla di protesta degli ultimi 26 anni.

Strage di Capaci, la lunga giornata e le iniziative

Ventisei anni fa, il 23 maggio 1992, la mafia uccide il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i 3 uomini della sua scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Anni bui per la Sicilia che due mesi dopo, il 19 luglio 1992, deve piangere Paolo Borsellino che in Via D’Amelio salta in aria insieme ai cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Omicidi che sconvolsero l’Italia. E oggi, come ogni, anno, a Palermo sono numerose le manifestazioni in programma. Prima, in ordine di tempo, l’arrivo della nave della legalità partita da Civitavecchia con a bordo 1000 studenti e diretta a Palermo.

Celebrazioni in Aula Bunker a Palermo

Sono iniziate, invece, alle 10 le celebrazioni commemorative all’interno dell’Aula Bunker dell’Ucciardone, a Palermo, luogo simbolo del Maxiprocesso a Cosa Nostra. Dopo un ricordo commovente delle stragi del 1992 e dei nomi di tutti coloro che persero la vita in quella tragica occasione, bambini di scuola primaria hanno intonato, emozionati, l’inno d’Italia.

Nella giornata della memoria, nel XXVI anniversario delle Stragi che sconvolsero l’Italia, sono tanti i ricordi e le immagini che passano sugli schermi dell’Aula Bunker, ma che per chi ha vissuto quegli anni rimangono sempre impressi nella mente. Il 1992 fu un anno di cambiamento, un anno in cui vennero scosse le coscienze e un intero paese si risvegliò, come se avesse ricevuto un potente schiaffo. Il sentimento condiviso è quello della diffusione massiccia di una società civile. L’esigenza di reagire, andando anche al di là del proprio ruolo diventa fondamentale, ma perché riesca è necessario “parlare di mafia”, ha detto De Rao.

Maria Falcone e Valeria Fedeli, promotrici dell’iniziativa #PalermoChiamaItalia per le istituzioni che rappresentano, hanno puntato l’attenzione sui giovani, sulla speranza che le loro coscienze civiche in formazione possano davvero fare la differenza, oggi e domani. Gli studenti e le studentesse presenti in questa giornata, da un anno intero, all’interno delle scuole, ricordano le storie di persone che hanno perso la vita in una tragica circostanza, ma le cui vite non sono state perse. Il loro operato continua ad essere presente ogni giorno e si imprime nelle coscienze dei giovani, alimentando la cultura della legalità.

L’esempio del coraggio e il coraggio dell’esempio. Erano giovani gli uomini della scorta che persero la vita compiendo il loro lavoro con passione e decisione. Il ricordo commosso dei 7 uomini dell’arma che hanno tracciato il solco sul quale sono state tracciate le nuove direttive operative ha pervaso l’Aula. L’agente Schifani, il cui figlio presente in Aula continua la sua strada, e il maresciallo Crispino, assegnato dal giudice Chinnici al pool antimafia presieduto da Giovanni Falcone e tutti gli altri, sono ricordati come un esempio di attaccamento al dovere, orgoglio per l’arma che hanno rappresentato. Otto vittime e quattro sopravvissuti. Testimonianze dal vivo di uomini e donne comuni, che 26 anni fa hanno dovuto imprimere un profondo e radicale cambiamento alle loro vite, alle loro abitudini, al loro modo di pensare.

 

Dopo le celebrazioni istituzionali nell’Aula bunker, le piazze e le scuole di Palermo grideranno insieme “No” alla mafia. Alla celebrazione ufficiale presenti anche Pietro Grasso e Giuseppe Ayala, rispettivamente giudice a latere e pubblico ministero dello storico processo contro Cosa Nostra istruito da Falcone e Borsellino, i parenti delle vittime e i superstiti delle stragi di Capaci e di via d’Amelio.

Due i cortei previsti. Il primo è partito alle 15.30 da via D’Amelio, il secondo partirà alle 16 proprio dall’Aula Bunker. Entrambi si ricongiungeranno più tardi sotto l’Albero Falcone, in via Notarbartolo dove il magistrato viveva, per celebrare il Silenzio alle 17.58, l’ora della strage di Capaci. Nel corso del pomeriggio verranno anche presentati i progetti delle “Università della Legalità”, i 23 atenei che si sono impegnati a promuovere iniziative volte a sensibilizzare sul tema della mafia. La giornata si concluderà con una messa, alle ore 19, presso la Chiesa di San Domenico, in ricordo delle vittime della criminalità organizzata, dove è sepolto Giovanni Falcone. La celebrazione sarà seguita da un concerto della banda della Polizia di Stato, al Teatro Massimo.

Sono circa 70mila gli studenti di tutta Italia impegnati oggi nelle diverse manifestazioni nell’ambito della campagna #PalermoChiamaItalia, promossa dal ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto ieri alla cerimonia di apertura delle celebrazioni del 26mo anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, al porto di Civitavecchia da dove la Nave della Legalità è partita per Palermo: “Il 23 maggio è una data che non si può dimenticare – ha detto – viene ricordata ogni anno la data del vile attentato di Capaci. Da allora si è sviluppato un movimento di reazione civile prezioso e importante contro la mafia che ha ottenuto risultati importanti ma che richiede ulteriori impegni”.

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