Alla fine l’annuncio ufficiale è arrivato: il presidente statunitense Donald Trump ha comunicato il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul programma nucleare dell’Iran. La posizione era stata anticipata in mattinata dal New York Times che aveva anche riportato il tentativo degli alleati del Vecchio Continente, andato a vuoto, di convincere il presidente Usa che la sua decisione rischia di provocare una nuova escalation tra Teheran e l’Occidente.
“Deve essere rinegoziato – ha detto il tycoon in conferenza -. Il regime di Teheran potrebbe portarci sull’orlo di una guerra nucleare”. L’accordo era stato siglato nel 2015 dall’Iran e dai Paesi del cosiddetto 5+1 (cioè Usa, Cina, Russia, Regno Unito, Francia e Germania) durante l’amministrazione Obama.
Trump va dritto per la sua strada e promette nuove sanzioni
Trump sarebbe pronto a reintrodurre le sanzioni che erano state congelate nel 2015. “Oggi abbiamo le prove che la promessa dell’Iran di non costruire una bomba atomica è una bugia – ha aggiunto Trump – L’Iran ha continuato il suo programma nucleare. Oggi annuncio che gli Stati Uniti escono dall’accordo con l’Iran e rimetteremo le più forti sanzioni possibili nei confronti del regime iraniano”.
“L’accordo del 2015 firmato dalla precedente amministrazione permette all’Iran di continuare ad arricchire l’uranio e alla fine arrivare ad avere una bomba nucleare”, ha continuato il presidente Usa in conferenza. “Il regime iraniano è il leader degli stati che sostengono il terrorismo”, ha detto il presidente aggiungendo che “sostiene Hezbollah, Hamas, Al Qaeda e i talebani“.
L’Iran chiude a possibili incontri futuri con gli Usa
“Gli Usa non hanno piani e strategie per la guerra ma l’Iran sa come garantire i propri interessi nel cuore della regione”, ha affermato capo dei Pasdaran, il generale Hossein Salami, rispondendo alla decisione degli Stati Uniti. “Considerando il fatto che gli Stati Uniti non tengono fede ai loro impegni, sarebbe ingenuo avviare di nuovo colloqui con un Paese inaffidabile”, aveva commentato in mattinata Eshaq Jahangiri, primo vicepresidente iraniano.