“Senza gli errori arbitrali sarebbe cambiato tutto. Ad Anfield abbiamo subito un gol in fuorigioco, qui non ci hanno dato due rigori clamorosi e in uno c’era anche l’espulsione. È il momento di alzare la voce, il calcio italiano deve alzare la voce perché è clamoroso quello che è successo. Complimenti al Liverpool ma dobbiamo fare i conti con altre cose. Non capisco perchè non ci sia il VAR in Champions”.
Rabbia giallorossa
Così il ds della Roma Monchi nel post partita di Roma-Liverpool (partita terminata 4-2) ha parlato ai giornalisti, imbufalito per la direzione arbitrale delle due semifinali (di andata e ritorno) di Champions League giocate dalla Roma. Questa può sicuramente recriminare per degli episodi nitidi da moviola, specie nel match dell’Olimpico, dove l’arbitro Skomina ha lasciato correre o preso altre decisioni (errate): ancora brilla, sotto gli occhi dell’Olimpico, il fallo di mano clamoroso di Alexander-Arnold sul tiro di El Shaarawy. Concesso solo corner, no calcio di rigore.
Qualificazione sfumata
Tutto ciò, inevitabilmente, ha influito non poco sul passaggio del turno del Liverpool, visto che col 5-2 si sarebbe proseguito con i tempi supplementari: la dirigenza giallorossa (Monchi e il presidente Pallotta in primis) si sono definiti parte lesa, e si auspicano un utilizzo della tecnologia VAR nella prossima Champions League.
Italiane danneggiate in Europa
Il Milan
La Roma è solo l’ultima delle italiane (ma sicuramente la vittima più martoriata) ad aver subito torti arbitrali nelle competizioni europee: tutto è cominciato col Milan, che ad onor del vero non può aggrapparsi (sull’eliminazione dalla competizione) al cavillo del rigore assegnato all’Arsenal nella gara di ritorno, inesistente e generosamente concesso dall’arbitro Eriksson (con l’aiuto dell’assistente di porta) su presunto fallo di Rodríguez. I rossoneri usciranno agli ottavi di finale d’Europa League, ma è pur vero che il rigore per l’Arsenal è stato concesso in una fase della partita favorevole al Milan (era in vantaggio 1-0 e la qualificazione era apertissima).
La Juventus
Per non parlare poi della Juve: chi non ha visto e rivisto cento volte il fallo di Benatia su Vazquez? Un rigore che ancora, dopo tanti replay, non riesce ad essere decifrato (ma che sembra più esserci che non). In quell’occasione fu l’arbitro Oliver, criticatissimo dal mondo bianconero (Buffon e Agnelli fecero da portavoce per l’ingiustizia), a finire nell’occhio del ciclone per quel 3-1 finale al Bernabeu arrivato negli ultimi istanti del match e che costò l’eliminazione dalla Champions alla vecchia Signora.
Il Bayern Monaco
Ma la Roma, in quanto semifinalista, non è l’unica che recrimina: anche il Bayern Monaco, eliminata dal Real Madrid, ha vivamente protestato nel match del Bernabeu di martedì scorso per un fallo di mano in area di Marcelo nel primo tempo. Il terzino blancos ha anche affermato, nel post partita, che, rivedendo le immagini, quell’episodio non può che essere calcio di rigore. Ma anche in questo caso, come Skomina con Alexander-Arnold (anche se quest’ultimo sicuramente più lampante), il direttore di gara Cakir non vede alcunché.
E se ci fosse stata la VAR?
La VAR avrebbe sicuramente permesso delle decisioni più giuste ed un finale diverso: anche meno polemica nel post-gara, è ovvio. Ma anche la VAR alle volte sbaglia: in tal caso le polemiche sarebbero cresciute a dismisura.
In fondo, anche il post partita, dovrebbe servire a scaricare gli animi pesanti e a ricostruire, riconciliare, quelli in difficoltà.