Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito “scandalosa” la perquisizione negli uffici del suo legale Michael Cohen. L’Fbi ha agito per volere di Rober Mueller, procuratore speciale per il Russiagate. L’avvocato di Cohen, a sua volta, considera la perquisizione “inappropriata e non necessaria”.
La perquisizione ai danni del legale di Trump
Dopo l’intervento dell’Fbi, ieri, negli uffici del suo legale, Trump ha attaccato Mueller per la sua “costante caccia alle streghe, che va avanti da almeno 12 mesi”. La perquisizione aprirebbe le porte a “tutto un nuovo livello di ingiustizia” considerato “ridicolo”.
Sembra che la perquisizione voluta da Mueller non sia direttamente legata alle indagini sul Russiagate, ma che tutto sia iniziato per le informazioni condivise da Mueller con le autorità di New York. La collaborazione di Cohen con le autorità americane in merito al Russiagate è iniziata quando ha inviato al Congresso centinaia di documenti in suo possesso, dal momento che è da anni l’avvocato personale di Trump.
Cohen è al centro di un altro scandalo. È stato lui, infatti, a pagare 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels, in cambio del suo silenzio sull’incontro sessuale che la donna ebbe in Florida con Donald Trump nel 2006, ancora prima di diventare il presidente degli Stati Uniti. La Daniels ha deciso di accettare il denaro in seguito a minacce ricevute mentre si trovava in un parcheggio insieme alla figlia. Trump, però, ha sostenuto di non sapere nulla sul pagamento e l’avvocato della donna gli ha chiesto di fare questa dichiarazione sotto giuramento.