L’Occidente non arretra di fronte alla crisi diplomatica con Mosca: espulsi in massa i diplomatici russi dalle sedi di parte in USA e in Europa. Così hanno stabilito i vertici di 14 stati UE dopo il vertice della scorsa settimana. Il caso Skripal, l’ex 007 russo avvelenato a Salisbury con la figlia, alimenta ancora la polemica. La frattura tra Putin e la May si era resa evidente, dopo le “inaccettabili reazioni del Cremlino”, designato responsabile dell’avvelenamento. Oggi, Washington e Bruxelles si stringono attorno a Londra.
La reazione corale dell’UE
“Altre espulsioni non sono da escludere nei prossimi giorni e settimane”, ha dichiarato Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, lieto che la risposta dell’UE sia comune e condivisa dai paesi membri. Tra i 14, infatti, Germania, Francia e Polonia espelleranno 4 diplomatici. L’Italia – almeno per il momento – ne allontanerà 2. La Farnesina ha espresso, in una nota, “solidarietà alla Gran Bretagna”, comunicando la decisione di espulsione dal territorio italiano dell’ambasciata russa a Roma. Ben 13 i diplomatici espulsi dall’Ucraina, entusiasta di sposare la linea di Bruxelles.
La Casa Bianca contro il Cremlino: chiuso il consolato di Seattle
“Risponderemo in base al principio di reciprocità”, ha dichiarato il Cremlino, prendendo atto della reazione che ha contraddistino USA e UE. Lo ha reso noto il portavoce del governo Putin, Dmitri Peskov. La Casa Bianca, solidale con Londra, ha immediatamente risposto al Cremlino. “Gli Stati Uniti sono pronti a cooperare per costruire un rapporto migliore con la Russia, ma questo può accadere solo se il governo russo cambia atteggiamento”, questa la dichiarazione che arriva da Washington. I diplomatici russi espulsi dal suolo americano sono – addirittura – 60. Trump ha, inoltre, disposto la chiusura del consolato russo di Seattle. Cresce la spirale-Skripal.