Non si placa la bufera-Datagate. Facebook di nuovo nel mirino degli utenti: da anni raccoglierebbe dati sulle telefonate e sugli SMS inviati tramite gli smartphone che utilizzano Android. La pericolosissima accusa non è stata respinta dal re dei Social Network che ha ammesso la pratica, senza fornire spiegazioni chiare sulle ragioni di tale raccolta. A giudicare ‘nebulosi’ i chiarimenti di Facebook sono i suoi stessi utenti che, dopo lo scandalo Cambridge Analytica, starebbero fuggendo in massa dall’impero di Zuckerberg. Non è chiaro quanti siano i profili cancellati negli ultimi giorni, ma è evidente che, in Silicon Valley, stanno tutti incrociando le dita.
“Scarica copia dati Facebook”: SMS e chiamate negli archivi del Social
Le ragioni del nuovo scandalo si annidano proprio nella scelta di molti utenti (quanti non ci è dato saperlo, appunto) di cancellare il proprio profilo Facebook. Molti iscritti, quindi, prima di rimuovere il proprio account hanno utilizzato l’opzione “Scarica una copia dei tuoi dati di Facebook”. Gli utenti, che si aspettavano di trovare – negli archivi appena scaricati – post condivisi, foto e altri elementi pubblicati in bacheca, si sono invece imbattuti in misteriosi elenchi di sms e telefonate effettuati tramite smartphone. Nomi, numeri di telefono, orari di inizio e fine delle varie chiamate. Forse il più ingombrante tra gli scheletri riemersi dall’armadio di Zuckerberg.
Android responsabile, Apple è salva
Il denominatore comune di tutte le segnalazioni sarebbe il sistema Android. Per anni, infatti, Android avrebbe consentito a Facebook la possibilità di accedere ai dati dei proprietari degli smartphone. Dal problema sarebbero, dunque, esenti i proprietari di Iphone e Ipad: il sistema iOS prevede, infatti, misure molto rigide per la privacy che le app di Facebook non sarebbero in grado di violare. Perché dovrebbero volerle violare, è poi la vera questione da dirimere. Il Social di Zuckerberg, infatti, non accenna a spiegare cosa se ne faccia di elenchi di chiamate e testi di SMS dei propri utenti. La settimana scorsa, il Ceo di Facebook, dopo lunghissimi giorni di silenzio, si era assunto in un post ogni responsabilità per le questioni relative allo scandalo Datagate.
Su questo fronte, Facebook rischia moltissimo e numerose sono le inchieste avviate tra Inghilterra e USA. Persino la Procura di Roma ha avviato un’indagine. Ieri, sua maestà Zuckerberg ha (addirittura) acquistato una pagina sui principali tabloid americani per scusarsi e rassicurare gli utenti. Ma potrebbe non essere più sufficiente.