La Russia, chiamata alle urne per eleggere il nuovo capo dello Stato, ha riconfermato per la quarta volta consecutiva Vladimir Putin. Alla vigilia i sondaggi annunciavano un vero e proprio plebiscito per il presidente uscente, ovvero un consenso vicino al 73%. Ma lo “zar” si è spinto oltre, andando vicino al 75,6% quando i seggi scrutinati sono circa il 60%,
Al secondo posto il candidato del partito comunista Pavel Grudinin con l’11,2%, quindi il nazionalista Vladimir Zhirinovsky con il 6,7%, Ksenia Sobchak con il 2,5%, Grigory Yavlinski con l’1,6%, Boris Titov con l’1,1% e Serghei Baburin con l’1%.
“Grazie a tutti i nostri sostenitori per questo risultato: il successo è il nostro destino“, ha detto Putin. “Ci aspettano sfide enormi, dobbiamo risolvere i problemi della nazione, serve una svolta. Il risultato significa che è stato approvato quello che abbiamo fatto in condizioni difficili in questi anni ma anche quello che faremo, ciò che abbiamo proposto: mi auguro che le forze politiche si sforzino di pensare al bene del Paese prima che al loro tornaconto”, aggiunge il presidente eletto.
Il portavoce della campagna elettorale di Putin, Andrei Kondrashov, ha ringraziato il premier britannico Theresa May: “L’affluenza risulta più alta del previsto dell’8-10% e per questo dobbiamo ringraziare la Gran Bretagna perché ancora una volta non ha capito la mentalità della Russia: ogni volta che ci accusano di qualcosa in modo infondato il popolo russo si unisce al centro della forza e il centro della forza oggi è senz’altro Putin”.
Russia alle urne, i numeri
Ai quasi 111 milioni di residenti in patria, si aggiungono 1,8 milioni di expat, I seggi sono circa 97mila, distribuiti su 11 fusi orari, dalla regione più orientale, la Chukotka-Kamchatka, a quella più occidentale, l’enclave di Kaliningrad. Le urne si sono aperte aprono alle 8 del mattino (le 7 italiane) e si sono chiudono dodici ore dopo.
Russia, i timori degli oppositori
Si temeva per la possibilità di veri e propri brogli pilotati messi in atto per sfondare il tetto del 70% di affluenza dei quasi 111 milioni di aventi diritto. Il primo che aveva chiesto ai russi di disertare le urne è stato l’oppositore Alexiei Navalni.
Navalni aveva lanciato uno “sciopero degli elettori”, invitando a boicottare presidenziali “farsa” senza reali alternative a Putin. La gente pensa però che il proprio voto non cambierà nulla e pertanto l’obiettivo del Cremlino è stato facilmente raggiungibile.