Luigi Capasso, il carabiniere autore della strage familiare di Cisterna di Latina, fu sottoposto a una visita medica e dichiarato idoneo al servizio. Quando richiese un alloggio in caserma a seguito della crisi coniugale gli venne offerto dall’Arma, come da prassi, un sostegno psicologico per superare la separazione.
L’uomo, però, rifiutò sostenendo di avere già il supporto del suo psicologo. Fu però obbligato a sottoporsi a una visita medica davanti a una commissione che gli diede 8 giorni di riposo e lo dichiarò idoneo al servizio. Dopo nove ore di trattativa, barricato in casa con i cadaveri delle figlie, Capasso si è ucciso con un colpo di pistola.
Capasso, precedenti di “lucida” follia
Con quella stessa pistola, quella d’ordinanza, Capasso sparò ad Antonietta Gargiulo, 39 anni, che ora è gravissima in ospedale. La strage di Latina è “assolutamente inaccettabile per le mie responsabilità. Potrei cavarmela dicendo che formalmente non c’è stata denuncia e quindi non si è messo in moto il meccanismo” ma a volte ci sono “troppe sottovalutazioni e non si comprende la minaccia in campo”, ha detto il ministro dell’Interno Marco Minniti su La7.
L’uomo ha aspettato la moglie sotto casa e appena l’ha vista le ha sparato più colpi. Poi le ha sottratto le chiavi dell’appartamento dalla borsa e ha ucciso le figlie, 8 e 14 anni, nei loro letti mentre dormivano. “Ho paura, non voglio vedere e non voglio che veda le mie figlie”, aveva detto Antonietta presentando un esposto contro il marito.