Samuel Sanchez, chimico e ricercatore spagnolo, apre nuovi spiragli nella lotta contro il cancro: nano-robot che combattono le cellule tumorali. Si tratta di una nano-tecnologia, attualmente ancora in fase di sviluppo, che potrebbe favorire la riduzione di terapie invasive in un futuro non troppo lontano.
Di dimensioni infinitesimali (mille volte più piccoli di un capello), fatti di Dna, questi nano-robot sarebbero equipaggiati con un enzima, la trombina, con un forte effetto coagulante. I foglietti di Dna sarebbero in grado, ossia, di chiudere i vasi sanguigni del tumore, rendendolo incapace di nutrirsi. Una volta raggiunta dall’enzima, la formazione maligna muore di fame.
Fantascienza? Tutt’altro. In Cina, nel Centro Nazionale per la nano-scienze, test confetti su topi hanno evidenziato come questi nano-robot possano uccidere tumori di ben quattro tipi differenti. Gli scienziati hanno, infatti, riprodotto nelle cavie le forme umane di tumori di seno, ovaie, polmoni e pelle.
“Abbiamo sviluppato il primo sistema robotico fatto di Dna e programmato per una terapia anti-cancro”, afferma Hao Yan, uno degli autori della ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Technology e condotta tra USA e Cina. I test avrebbero, inoltre, dimostrato che i nano-robot, dissolvendosi nel sangue dopo il loro effetto, non hanno alcun effetto collaterale.