Incredibile quanto accaduto a Macerata. Spari in diversi punti della città, pare tutti partita dalla stessa auto scura e il bersaglio sono sempre persone di colore.
Per adesso si segnalano sei feriti, di cui 4 gravi. La città è rimasta sotto assedio per gran parte della mattina: decine di posti di blocco sparsi in ogni zona. Dopo quasi due ore dalla prima sparatoria, il presunto responsabile delle sparatorie è stato bloccato in piazza della Vittoria, davanti al monumento ai Caduti. Alla vista degli agenti è fuggito a piedi verso la gradinata del monumento, gettando via alcuni indumenti, poi è stato preso. La pistola l’aveva lasciata in macchina.
L’uomo fermato dalle forze dell’ordine si chiama Luca Traini, 28 anni, ed è incensurato e originario delle Marche, è vicino agli ambienti di estrema destra. È sceso dall’auto con una bandiera dell’Italia legata al collo ed è salito sui gradini del monumento ai caduti urlando qualche parola. All’arrivo delle forze dell’ordine non ha opposto resistenza e ha ammesso le proprie responsabilità. A bordo dell’auto la pistola, una tuta mimetica, piume bianche.
I primi colpi sono stati segnalati alle 11,10 in via dei Velini: i proiettili sono stati indirizzati verso due giovani immigrati, uno è stato colpito e l’altro è riuscito a scappare.
Un altro immigrato il bersaglio dei proiettili esplosi lungo il Corso Cairoli e una donna di origini africane sarebbe stata ferita in una sparatoria segnalata in stazione.
Il sindaco aveva chiesto alla cittadinanza, tramite i social, di rimanere a casa.
Oggi a Macerata, inoltre, si attende la pronuncia del gip sull’arresto del nigeriano che avrebbe ucciso Pamela Mastropietro, la 18enne romana il cui cadavere fatto a pezzi è stato trovato in due trolley nelle campagne di Pollenza. L’uomo, che si dichiara innocente, si trova nel carcere di Montacuto (Ancona).
Dallo scorso 30 gennaio, giorno del fatto, a Macerata, si respirava un clima di tensione: la comunità nigeriana locale aveva deciso di manifestare in piazza Battisti nel centro storico, insieme ai sindacati. Per esprimere “vicinanza alla famiglia di Pamela” e per “condannare fermamente ogni tipo di violenza e di strumentalizzazione”.
Ma dopo le sparatorie è stato rinviato il sit-in. Lo ha reso noto il responsabile dell’Anolf maceratese Sammy Kunoun. “Ora abbiamo paura”, ha detto.