Un braccialetto elettronico per i dipendenti di Amazon. È questa l’ultima trovata del colosso di Seattle per ottimizzare il lavoro nei magazzini in cui si evadono gli ordini online. Lo riporta il sito GeekWire secondo il quale i dispositivi, già brevettati, sarebbero connessi all’inventario e agli ordini così da controllare con precisione se le mani dei dipendenti si stanno muovendo nel posto “giusto”.
Se però da una parte, il braccialetto di Bezos, può rappresentare un’efficiente forma di controllo, dall’altra si tratta di una mossa che metterebbe seriamente a rischio la privacy del lavoratore. I brevetti, depositati da Amazon nel 2016, sarebbero capaci di inviare ai polsi dei dipendenti delle vibrazioni per indicare eventuali errori.
“Non rilasciamo commenti relativamente ai brevetti – dichiara l’azienda – In Amazon siamo attenti a garantire un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo. La sicurezza e il benessere dei nostri dipendenti sono la nostra priorità”. Ma le perplessità e le polemiche non sono certo mancate.
L’iniziativa di Amazon “si commenta da sola”, dichiara il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine di un convegno al Cnel. Il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, attacca: “Ne penso tutto il male possibile”. “È evidente che ci vuole ancora tanto lavoro per affermare in ogni dove che il lavoro deve avere dignità e rispetto per le persone”, aggiunge la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.