Il primo bilancio è di almeno uno morto e 14 persone rimaste ferite, ma la “conta dei danni” potrebbe presto diventare decisamente più grave in seguito all’assalto armato condotto contro la sede della ong Save The Children a Jalalabad City, capoluogo della provincia orientale afghana di Nangarhar.
Diverse fonti riportano di un kamikaze che si è fatto esplodere all’ingresso dell’edificio che ospita l’organizzazione, permettendo al commando di entrare all’interno e di aprire il fuoco. La tv Tolo ha precisato che l’attacco è avvenuto intorno alle 9 locali, le 5,30 italiane. Tre dei cinque membri del commando sono stati uccisi dalle forze speciali.
Ci sarebbe anche stato uno scontro a fuoco fra i militanti e le forze di sicurezza. “Ho avvertito un’enorme esplosione, simile a un’autobomba. “Noi ci siamo messi al riparo e ho visto un uomo armato di un rpg (lanciarazzi, ndr) sparare contro l’ingresso principale per entrare nel compound”, ha raccontato un testimone rimasto ferito durante la fuga.
Due militanti si sono trincerati nel terzo piano dell’edificio dove è bloccato un numero imprecisato di dipendenti dell’organizzazione. Save The Children si è detta “devastata dalla notizia dell’attacco del nostro ufficio di Jalalabad in Afghanistan”.
“La nostra principale preoccupazione riguarda l’incolumità e la sicurezza del nostro staff”, ha aggiunto l’ong. Intanto i talebani afghani hanno smentito ogni coinvolgimento nell’attacco. Il portavoce Zabihullah Mujahid ha scritto su Twitter: “Attacco odierno nella città di Jalalabad: nulla a che vedere con i mujaheddin dell’Emirato islamico”.
Foto da Twitter.