Il regime di Nicolas Maduro in Venezuela si trova in una condizione di enorme difficoltà; da mesi ormai il paese è preda di condizioni economiche in rapido deterioramento, di gravi tensioni sociali e di una crescente crisi umanitaria. Le finanze pubbliche venezuelane rischiano il default e la produzione e le esportazioni petrolifere sono in rapido declino.
La crisi politica è stata esacerbata dalle manovre di Maduro per riscrivere la costituzione della nazione. Gli Stati Uniti, i paesi europei e gli altri latinoamericani hanno tutti condannato la deriva autoritaria di Maduro, che però per ora può ancora contare sull’appoggio cinese e russo. Alla fine del 2017 il Dipartimento del Tesoro americano ha imposto sanzioni finanziarie su individui connessi al governo venezuelano, tra cui lo stesso presidente Maduro, e il Dipartimento di Stato ha promesso “ulteriori azioni forti” che potrebbero includere sanzioni su altri membri del governo di Caracas, il divieto di esportare petrolio in Venezuela, il blocco delle importazioni di greggio venezuelano e il divieto di transazioni in dollari con entità venezuelane.
Il 13 novembre 2017 l’agenzia di ratings Standard and Poor ha abbassato il rating dei titoli di stato venezuelani da CC a D.Stanno collassando sia la produzione di greggio che quella di prodotto raffinato, con la conseguenza che i venezuelani devono importare diesel e gasolio, perfino dagli Stati Uniti. Le esportazioni di petrolio venezuelano verso i raffinatori statunitensi sulle coste del Golfo del Messico sono diminuite di molto nel corso del 2017.Perfino la Cina sta importando meno petrolio venezuelano.
La PDVSA (la compagnia petrolifera di stato del Venezuela) un tempo orgoglio del paese, si trova in circostanze drammatiche: i lavoratori non ricevono gli stipendi da mesi, gli impianti hanno urgente bisogno di manutenzione, ci sono montagne di debiti da ripagare ai creditori. Il 25 dicembre 2017, migliaia di venezuelani sono scesi in piazza per denunciare la penuria di carne di maiale e di altri generi alimentari di base. Maduro ha risposto a queste lamentele addossando tutta la colpa alle sanzioni statunitensi.Mancano anche le medicine, cosa che sta causando la morte prematura di migliaia di persone per malattie perfettamente curabili.
Nell’ultimo anno migliaia di giovani venezuelani laureati e disperatamente alla ricerca di un lavoro sono emigrati in altri paesi dell’America Latina (soprattutto la vicina Colombia ed il Perù), dove si trovano ridotti a fare i manovali, i camerieri ed i venditori ambulanti pur di sopravvivere. A Caracas la criminalità violenta dilaga:sono all’ordine del giorno sequestri di persona, rapine ed omicidi. Il predecessore di Maduro, Hugo Chavez, padre del neosocialismo venezuelano,era riuscito a costruirsi una solida base di consenso grazie alle politiche di aiuti e sussidi statali alla parte più povera della società venezuelana, finanziate dalla rendita petrolifera.
Si era anche costruito una reputazione di eroico resistente all’imperialismo statunitense presso le sinistre radicali di tutto il mondo. Il crollo dei prezzi del greggio e l’irresponsabile attaccamento al potere del suo successore stanno facendo precipitare tutto il Venezuela in un incubo che pare senza fine.