Una Napoli al femminile, quella descritta nel nuovo film di Ferzan Ozpetek Napoli Velata. “Mi sono innamorato di Napoli mentre curavo la regia de La Traviata al San Carlo. E’ la quarta città, – racconta il regista – dopo Istanbul, Roma e Lecce, in cui mi sono sentito a casa. E’ intrisa di un forte senso di morte ma i napoletani sanno trasformarlo in qualcosa di cui non avere paura”.
Trama
Thriller, melodramma, antiche superstizioni per il nuovo film del regista de Le fate ignoranti e La finestra di fronte in uscita il 28 dicembre. Adriana (Giovanna Mezzogiorno), medico legale, vive nei sotterranei dell’obitorio lontano dalla vita e dal suo passato. A una festa incontra Andrea (Alessandro Borghi) con il quale vive una notte appassionata e che rivedrà il giorno dopo per un appuntamento. Ma a quell’incontro Andrea non si presenterà mai.
L’ossessione per Andrea finisce per consumare Adriana. Lo vede ovunque, in una Napoli carica di segreto e mistero. La ricerca la fa sprofondare nel suo passato. Nei suoi ricordi incontra i fantasmi della madre giudicata una pazza omicida, dell’eccentrica zia Adele che le svela i segreti di famiglia (Anna Bonaiuto) e di Antonio (Peppe Barra). E’ delirio? E’ realtà? Adriana ha perso il suo perfetto ordine nella ricerca spasmodica della verità tra le vie barocche di una Napoli velata come il Cristo della Cappella San Severo.
“Ho affrontato la sequenza dell’amplesso con una certa tensione perché – racconta Mezzogiorno- sapevo che per la storia era molto importante. L’abbiamo girata in una notte, è stato faticoso, ma con Borghi si è stabilita subito un’intesa fisica e professionale, non c’è mai stato un momento di imbarazzo o di pudore. Alla fine eravamo felici, sentivamo di aver fatto qualcosa di speciale”. Borghi aggiunge: “Per me quella scena è stata sicuramente più semplice che per lei. Non deve facile per un’attrice – aggiunge – se non incontra una bella persona”.
Nel cast anche Lina Sastri, Luisa Ranieri, Isabella Ferrari e Maria Pia Calzone. Nel finale si ascoltano le note di Vasame di Enzo Gragnaniello, intonata da Arisa.