Sono ore di fuoco nella sede Figc di via Allegri per il Consiglio Federale convocato da Carlo Tavecchio dopo la clamorosa eliminazione nel playoff mondiale con la Svezia. L’ormai ex presidente federale ha rassegnato le proprie dimissioni, dopo aver perso l’appoggio delle varie componenti del consiglio e della politica. L’ultima richiesta di Tavecchio è stata l’azzeramento dell’assemblea, ma nessuno lo ha seguito.
Di conseguenza, non dovrebbe aver luogo il commissariamento, per certi versi auspicabile per dar luogo alle riforme. Sarà, invece, ancora Tavecchio a mantenere la reggenza per l’ordinaria amministrazione della Federazione, fino a quando, entro 90 giorni, non vengano indette le elezioni per il nuovo presidente.
“Ambizioni e sciacallaggi politici hanno impedito di confrontarci sulle ragioni di questo risultato. Ho preso atto del cambiamento di atteggiamento di alcuni voi e per questo ho deciso di dimettermi”, le sue parole ai consiglieri. “Le dichiarazioni che si sono susseguite nelle ultime due ore hanno impedito alle due Leghe maggiori di partecipare un dibattito che investe anche loro. Ho preso atto del cambiamento di atteggiamento da parte di alcuni partecipanti alla riunione di mercoledì – ha aggiunto, riferendosi al vertice con le componenti a 48 ore dalla debacle della nazionale – . Nonostante il documento che mi hanno richiesto e condiviso, non sono disposti nemmeno a discuterlo”. A conclusione di queste considerazioni, Tavecchio ha chiesto “le dimissioni di tutto il consiglio, me per primo”.
L’ex presidente della Figc fa presente di essere stato l’unico a fare un passo indietro all’interno del Consiglio. “Ho chiesto le dimissioni di tutti ma nessuno le ha date”. Poi fa sapere di avere parlato con cinque grandi allenatori per sostituire Ventura ma avrebbero detto di no perchè al momento impegnati.
“Il Consiglio federale rimane in carica per l’ordinario: io non le do le dimissioni, altrimenti c’è il pericolo che arrivi davvero Malagò…”, ha detto Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, uscendo dal consiglio della Figc. “Quello di oggi e’ un segnale grosso, un segno di debolezza. Rispetto la decisione di Tavecchio, ha chiesto le dimissioni di tutti come gesto politico: ma dobbiamo restare per garantire l’ordinaria amministrazione, altrimenti davvero arriva qualcuno da fuori e sarebbe una iattura…”.
Malagò per mercoledì ha convocato una riunione straordinaria del Coni, e ha dichiarato la propria volontà di commissariare la FIGC: “Penso sia l’unica soluzione, se ci fosse stato un consiglio coeso avremmo preso una direzione diversa. Io commissario? C’è un Olimpiade alle porte, ho molti impegni”.
A distanza, Marcello Lippi respinge l’accusa di aver scelto in prima persona Giampiero Ventura come commissario tecnico: “Io proposi a Tavecchio le tre candidature di Montella, Gasperini e Ventura, lui scelse quest’ultimo per la maggiore esperienza. Un incarico per me in Federazione? No, ho intenzione di prolungare fino al 2022 con quella cinese”.
A caldo, il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori Damiano Tommasi ha chiesto un atto di responsabilità in questo momento difficile, in cui sia la Lega di A che quella di B devono ricostituire i propri vertici: “La Lega Dilettanti ha spostato gli equilibri, Tavecchio si è dimesso autonomamente senza lasciare la parola agli altri. Il prossimo presidente dovrebbe essere qualcuno in grado di parlare di calcio. Io? Non è il momento di parlare di questo, ci vorrà grande progettualità”.
Al suo arrivo, l’ex presidente federale Giancarlo Abete aveva auspicato le dimissioni del suo successore, prefigurando anche l’opzione dell’azzeramento del consiglio: “Chiederò le dimissioni di Tavecchio, la mia posizione è in linea con quella del Presidente di Lega Pro Gravina. Se tutti i consiglieri avranno la volontà di dimettersi, lo faremo, anche per favorire una riflessione strategica per il futuro del calcio”.